75. Preghiamo con il Servo di Dio
Padre Alberto Beretta
«Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati» |
Salmo [FF 296]
O terra tutta, acclamate al Signore,
cantate salmi al suo nome,
fate risuonare la sua lode.
Dite a Dio: “Quanto sono tremende le tue opere, Signore;
per la grandezza della tua potenza,
si ingannano davanti a te i tuoi nemici.
Tutta la terra ti adori e ti esalti,
canti salmi al tuo nome”.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e vi narrerò quanto ha fatto per l’anima mia.
Con la mia bocca ho gridato a lui,
con la mia lingua ho esultato.
Ed egli dal suo tempio santo ascoltò la mia voce,
al suo cospetto pervenne il mio grido.
Benedite, o popoli, il Signore nostro,
e fate risuonare la sua lode.
E saranno benedette in lui tutte le stirpi della terra;
tutte le genti lo esalteranno.
Benedetto il Signore, Dio di Israele,
egli solo compie grandi meraviglie.
E benedetto il suo nome glorioso in eterno,
della sua maestà sarà piena tutta la terra. Fiat. Fiat.
Parola del Signore[Mt 5,1-12]
Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.
Parola del Papa [Francesco, Gaudete et exultate, 75-76]
Il mondo ci propone il contrario: il divertimento, il godimento, la distrazione, lo svago, e ci dice che questo è ciò che rende buona la vita. Il mondano ignora, guarda dall’altra parte quando ci sono problemi di malattia o di dolore in famiglia o intorno a lui. Il mondo non vuole piangere: preferisce ignorare le situazioni dolorose, coprirle, nasconderle. Si spendono molte energie per scappare dalle situazioni in cui si fa presente la sofferenza, credendo che sia possibile dissimulare la realtà, dove mai, mai può mancare la croce.
La persona che vede le cose come sono realmente, si lascia trafiggere dal dolore e piange nel suo cuore è capace di raggiungere le profondità della vita e di essere veramente felice. Quella persona è consolata, ma con la consolazione di Gesù e non con quella del mondo. Così può avere il coraggio di condividere la sofferenza altrui e smette di fuggire dalle situazioni dolorose. In tal modo scopre che la vita ha senso nel soccorrere un altro nel suo dolore, nel comprendere l’angoscia altrui, nel dare sollievo agli altri. Questa persona sente che l’altro è carne della sua carne, non teme di avvicinarsi fino a toccare la sua ferita, ha compassione fino a sperimentare che le distanze si annullano. Così è possibile accogliere quell’esortazione di san Paolo: «Piangete con quelli che sono nel pianto» (Rm 12,15).
Saper piangere con gli altri, questo è santità.
parola di padre Alberto [Grajaú, 1971]
Il Servo di Dio così parlava dell’ospedale di Grajaú: “L’ospedale è un porto di mare, dove arriva gente di ogni parte, riceve ciò che ha bisogno per le anime e per i corpi, e se ne vanno per le loro case o per il Cielo, quando è finito per loro il tempo della prova” e a don Giuseppe esprimeva un desiderio e un limite: “Io vorrei sempre internare in ospedale ognuno che vedo che arriva estremamente bisognoso, ma devo anche sentire cosa decidono le Suore… per le esigenze amministrative… ma, migliorando economicamente la situazione, si aumenterà il numero di assistiti”.
Il Servo di Dio non solo aveva maturato una grande fiducia nella Provvidenza, ma questa stessa fiducia la infondeva nelle persone che accostava. “Siete qui, lontani da tutti, anche dai vostri cari, emarginati per paura del contagio, proprio per questo siete le persone più care al Signore, siete i primi nel suo cuore!”. Sono le parole che padre Alberto rivolse ai lebbrosi di Vila S. Marino, dopo aver letto il Vangelo. Don Giuseppe, che era presente, ricorda commosso: “Quei volti segnati dal male assunsero un atteggiamento di serenità sapendo di essere cari al Signore… Quei poveretti avevano bisogno proprio di quelle parole per trovare serenità, forza e speranza”.
parola dei testimoni
“Beati quelli che piangono: Fra Alberto pianse l’infelicità di molta gente senza salute e senza mezzi per curarsi”.
Fiducioso nella Provvidenza divina era di “una creatività incredibile, costante e capillare” per venire incontro ai “suoi necessitati e assistiti”, tanto che per spiegare il suo criterio di “esagerata gratuità”, il Servo di Dio si giustificava così: “Mi son fatto cappuccino e missionario proprio per poter dare la vita gratuitamente, per poter non esigere il pagamento delle medicine da chi non sia in grado di pagarsele, come pure, l’ospedale e l’alimentazione”.
Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria |
Mia buona Madre del Cielo,
che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario
e assistere alla sua agonia
mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù erano fuggiti;
Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù,
non con le parole, ma con le opere,
facendo sempre la volontà di Dio.
Ave, o Maria…
Come possibile non amare una Madre cos buona,
che ha molto sofferto per me?
Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto |
O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre
che si china e si prende cura dei poveri,
dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,
accogli la lode e il ringraziamento
per averci donato in Padre Alberto Beretta
un tuo strumento di amore e di compassione.
Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione
concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.
Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre
e così, nella gioia dello Spirito Santo,
rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit
e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.
Gloria al Padre…
Vice postulazione – Bergamo – 10 dicembre 2020