Novembre 2020

Novembre 2020

74. Preghiamo con il Servo di Dio

Padre Alberto Beretta

«Beati i miti, perché avranno in eredità la terra».

Salmo[FF 284]

Pietà di me, o Dio, pietà di me,

perché in te confida l’anima mia.

All’ombra delle tue ali avrò speranza,

finché sia passata l’iniquità.

Griderò al Santissimo Padre mio, l’Altissimo,

al Signore che mi ha beneficato.

Dal cielo ha mandato a liberarmi,

ha messo in confusione quelli che mi calpestano.

Il Signore ha mandato la sua misericordia e la sua verità;

ha strappato la mia vita dai nemici potenti

e da quelli che mi odiavano,

perché si erano fatti forti contro di me

Hanno teso un laccio ai miei piedi

e hanno piegato la mia vita.

Hanno scavato davanti a me una fossa,

e vi sono caduti.

Pronto è il mio cuore, o Dio; pronto è il mio cuore;

canterò e intonerò un salmo.

Alzati, mia gloria, svegliati, salterio e cetra;

mi leverò all’aurora.

Ti loderò tra i popoli, Signore,

a te canterò un salmo tra le genti.

Perché la tua misericordia è magnificata fino ai cieli,

fino alle nubi la tua verità.

Innalzati sopra i cieli, o Dio,

su tutta la terra la tua gloria.

Parola del Signore[Mt 5,1-12]

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi. 

Parola del Papa [Francesco, Gaudete et exultate, 71-74]

È un’espressione forte, in questo mondo che fin dall’inizio è un luogo di inimicizia, dove si litiga ovunque, dove da tutte le parti c’è odio, dove continuamente classifichiamo gli altri per le loro idee, le loro abitudini, e perfino per il loro modo di parlare e di vestire. Insomma, è il regno dell’orgoglio e della vanità, dove ognuno crede di avere il diritto di innalzarsi al di sopra degli altri. Tuttavia, nonostante sembri impossibile, Gesù propone un altro stile: la mitezza. È quello che Lui praticava con i suoi discepoli e che contempliamo nel suo ingresso in Gerusalemme: «Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro» (Mt 21,5; cfr Zc 9,9).

Egli disse: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita» (Mt 11,29). Se viviamo agitati, arroganti di fronte agli altri, finiamo stanchi e spossati. Ma quando vediamo i loro limiti e i loro difetti con tenerezza e mitezza, senza sentirci superiori, possiamo dar loro una mano ed evitiamo di sprecare energie in lamenti inutili. Per santa Teresa di Lisieux «la carità perfetta consiste nel sopportare i difetti altrui, non stupirsi assolutamente delle loro debolezze». 

Paolo menziona la mitezza come un frutto dello Spirito Santo (cfr Gal 5,23). Propone che, se qualche volta ci preoccupano le cattive azioni del fratello, ci avviciniamo per correggerle, ma «con spirito di dolcezza» (Gal 6,1), e ricorda: «e tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu» (ibid.). Anche quando si difende la propria fede e le proprie convinzioni, bisogna farlo con mitezza (cfr 1 Pt 3,16), e persino gli avversari devono essere trattati con mitezza (cfr 2 Tm 2,25). Nella Chiesa tante volte abbiamo sbagliato per non aver accolto questo appello della Parola divina.

La mitezza è un’altra espressione della povertà interiore, di chi ripone la propria fiducia solamente in Dio. Di fatto nella Bibbia si usa spesso la medesima parola anawim per riferirsi ai poveri e ai miti. Qualcuno potrebbe obiettare: “Se sono troppo mite, penseranno che sono uno sciocco, che sono stupido o debole”. Forse sarà così, ma lasciamo che gli altri lo pensino. E’ meglio essere sempre miti, e si realizzeranno le nostre più grandi aspirazioni: i miti «avranno in eredità la terra», ovvero, vedranno compiute nella loro vita le promesse di Dio. Perché i miti, al di là di ciò che dicono le circostanze, sperano nel Signore e quelli che sperano nel Signore possederanno la terra e godranno di grande pace (cfr Sal 37,9.11). Nello stesso tempo, il Signore confida in loro: «Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi trema alla mia parola» (Is 66,2). 

Reagire con umile mitezza, questo è santità. 

parola di padre Alberto[Grajaú 8.8.49 – 9.12.61]

In maniera molto esplicita, fin dall’apertura del suo primo ambulatorio nel 1949, padre Alberto aveva detto: “Tutti i malati e i sani ricordino sempre che il vero medico non sono io, ma nostro Signore che abita in questa stessa casa” che ha rimedi “molto più preziosi dei miei”.

Nel 1961 padre Alberto scriveva a Gianna e Pietro Molla così: “Vedo che il Signore benedice quello che stiamo facendo, frutto delle vostre costanti preghiere e dei vostri carissimi figlioli che sanno ottenere da Dio tutto ciò che chiedono… Gli ammalati continuano a venire da ogni parte, indios compresi… e cerco di accontentarli come meglio posso, lasciando al Signore e alla Madonna tutto il resto”.

Parola dei testimoni

“Beati i mansueti: Fra Alberto fu esempio di calma e compassione”.

Il Servo di Dio “viveva solo per gli altri”; “era molto calmo” come se “avesse una certezza che nessun altro poteva avere”. “Era silenzioso e molto buono con la gente” perché “quello che spingeva Fra Alberto era l’amore”, perciò nella sua professione-ministero “offriva la chiara immagine di Cristo compassionevole e inclinato su tutti gli ammalati”. La sua espressione era sempre “di santità e pazienza”, “curava tutti con pazienza, consapevole di svolgere la sua missione”. Anche nella sua malattia “non perdeva la sua calma, il suo sorriso, la sua eroica pazienza”.

Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria

Mia buona Madre del Cielo, 

che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario 

e assistere alla sua agonia 

mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù erano fuggiti; 

Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù, 

non con le parole, ma con le opere, 

facendo sempre la volontà di Dio. 

Ave, o Maria…

Come  possibile non amare una Madre cos buona,

che ha molto sofferto per me?

Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto

O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre

che si china e si prende cura dei poveri, 

dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,

accogli la lode e il ringraziamento 

per averci donato in Padre Alberto Beretta 

un tuo strumento di amore e di compassione.

Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione 

concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.

Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre

e così, nella gioia dello Spirito Santo,

rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit

e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.

Gloria al Padre…

Vice postulazione – Bergamo – 12 novembre 2020

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