69. Preghiamo con il Servo di Dio
Padre Alberto Beretta
1. Parola del Signore (Luca 11,1-4) |
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».
2. Dagli scritti di Padre Alberto [Vita Spir. – Preghiera, 11-12] |
Che cosa è pregare?
S. Agostino chiama la preghiera il respiro dell’anima. S. Giovanni Damasceno “una ascensione, un volo dell’anima verso Dio”.
Pregare non è altra cosa che parlare con Dio con il cuore.
1° E’ il cuore che prega. Il cuore è quanto di più profondo, di più intimo c’è nel nostro essere, è la radice dalla quale sboccia la nostra vita “è il fondo dell’anima”.
2° Si comunica a tutto ciò che pensiamo, parliamo e facciamo, così come la radice trasmette alla pianta tutta la sua virtù medicinale. Per questo il nostro cuore, è il (termometro) della nostra perfezione davanti a Dio.
3° “Gli uomini guardano l’esterno, Dio invece, guarda il cuore” (1Sam.). Se pertanto, è il cuore che prega ciò vuol dire, che prega l’intimo del nostro essere, e non appena la parola o il gesto. Queste devono essere le espressioni del cuore.
“In verità non prega chi parla a Dio solo con le labbra” (Cost.).
E quando il cuore prega veramente anche il nostro esteriore istintivamente si manifesta in qualche modo.
Studiare Dio non è ancora pregare.
E’ il cuore che prega.
Anche Dio parla con chi prega. Rivolgetevi a me, dice il Signore attraverso il Profeta, ed io mi dirigerò a voi.
Necessità del rispetto nella preghiera
Chi desidera pregare bene deve avere in primo luogo sentimenti di rispetto e riverenza.
Necessità del rispetto nella preghiera.
Rispetto = pensare: Chi è Lui? Il Creatore, il Signore dell’universo, infinitamente grande e potente, saggio e Santo. E chi siamo noi, con la nostra debolezza, i nostri peccati più numerosi dei capelli del nostro capo?
La Bibbia dice: “Tutto il mondo, davanti a te, è come un piccolo grano sulla bilancia, è come una goccia di rugiada della mattina, che cade sulla terra”.
Parlando con Dio, ci dobbiamo sempre ricordare con santo Timore di questa immensa distanza.
Il nostro timore, pertanto, deve e può allearsi con la fiducia e intimità, infine Dio immenso è allo stesso tempo il nostro Padre buono; timore non di schiavo, ma di figlio. Timore alleato con l’amore e il rispetto. Questa è l’attitudine certa nella preghiera, corrispondente alla nostra qualità di Cristiani e di figli di Dio. “Il Santo Timore e il Santo amore, dice San Bernardo, sono le due braccia con le quali abbracciamo Dio”.
Gesù, parlandoci di Dio, ci fa vedere tanto la sua grandezza e santità come Dio Signore, quanto il suo amore e la sua bontà come Dio Padre. Egli stesso ci diede l’esempio di riverenza corrispondente a questa duplice relazione che ci lega a Dio: di fede, con gli occhi rivolti al Cielo, nella sua preghiera Sacerdotale, dice: “Padre Santo… Padre giusto!”.
Nella sua preghiera nell’orto: in ginocchio, prostrato a terra grida: “Abba Padre, tutto ti è possibile, allontana da me questo calice, ma non sia ciò che voglio, se non ciò che tu vuoi”. Chi prega così, sa che sta davanti a un’infinita grandezza e maestà, ma anche davanti a un amore infinito.
Da Cristo, la Chiesa imparò a pregare con riverenza, genuflessioni, inchini, aprire e porre le mani = manifestazione di intimo rispetto davanti a Dio, incomincia e termina le preghiere “nel nome di Gesù Cristo”.
Purtroppo dimentichiamo la grandezza di Dio. Abbiamo bisogno di leggere i Salmi e la parola di Dio, la meditazione. S. Francesco: “Chi sei tu e chi sono io? Mio Dio e mio tutto!”. Il nostro sentimento di riverenza, deve cercare stimolo, alimento, nella lettura della Parola di Dio.
Anche esteriormente, dobbiamo riflettere il nostro atteggiamento, la nostra abitudine interiore. Esistono posizioni, come per esempio incrociare le gambe, che indicano una certa negligenza, in disaccordo con il rispetto che deve avere chi prega.
S. Francesco, nonostante soffrisse di occhi, di stomaco, di fegato e di milza, non voleva appoggiarsi recitando i Salmi. Sempre diritto, in piedi e senza cappuccio lui recitava l’ufficio senza lanciare lo sguardo ai lati”. Evitiamo la posizione comoda che, prima di favorire l’orazione, favorisce il sonno.
Il rispetto fa Dio propizio: S. Paolo dice di Gesù, che “Egli fu ascoltato, per causa della suo timore reverenziale”. Il rispetto edifica il prossimo e lo induce all’imitazione. L’attitudine rispettosa nella preghiera conduce a un’attitudine rispettosa nella vita.
Chiediamo perdono a Dio di tutte le mancanze di rispetto nella preghiera.
Preghiera raccolta
E’ pregare con lo spirito occupato solo con Dio, allontanando da noi tutti i pensieri futili, sbagliati e strani. Certe volte S. Francesco gettò nel fuoco certi vasetti che avevano sviato il suo pensiero durante la preghiera, perché gli impedivano il Sacrificio destinato a Dio. Proponiamoci di evitare con tutti i mezzi qualsiasi distrazione nella preghiera.
3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria |
Mia buona Madre del Cielo,
che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario
e assistere alla sua agonia
mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù erano fuggiti;
Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù,
non con le parole, ma con le opere,
facendo sempre la volontà di Dio.
Ave, o Maria…
Come possibile non amare una Madre cos buona,
che ha molto sofferto per me?
4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto |
O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre
che si china e si prende cura dei poveri,
dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,
accogli la lode e il ringraziamento
per averci donato in Padre Alberto Beretta
un tuo strumento di amore e di compassione.
Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione
concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.
Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre
e così, nella gioia dello Spirito Santo,
rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit
e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.
Gloria al Padre…
Vice postulazione – Bergamo – 13 febbraio 2020