Aprile 2019

Aprile 2019

60. Preghiamo con il Servo di Dio

Padre Alberto Beretta

1. Parola del Signore (cf. Luca 22-23; Giovanni 18-19)

Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà».

Pilato uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo.

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

2. Dagli scritti di Padre Alberto [Pensieri, 23 – Settimana santa, 2]

E’ bello stare con Gesù sul Tabor, e durante le sue peregrinazioni, ma è più bello stare con Gesù nell’orto del Getzemani.

Domenica delle Palme

b) Nel Pretorio quando Pilato mise al suo fianco Barabba, il peggiore degli assassini, e domandò al popolo quale dei due voleva libero, volle soffrire questa offesa tanto bassa e vile, di essere giudicato dal popolo come il peggiore degli assassini, per insegnarci che l’orgoglio è il grande peccato degli uomini, e che dobbiamo umiliarci se vogliamo essere perdonati.

c) Nella flagellazione, sotto le frustate brutali che gli aprivano le carni, volle fare penitenza per i peccati della sensualità con i quali tanti uomini offendono Dio. Ci insegna che dobbiamo fare penitenza per i peccati, se vogliamo essere perdonati.

(Chiediamo infine la Grazia di fare penitenza.) Testamento di San Francesco: Il Signore mi diede la grazia di fare penitenza.

Nessuno potrà soffrire come soffrì Gesù nella flagellazione. Il documento fotografico di questa realtà Dio ce lo ha lasciato nella S. Sindone, il lenzuolo col quale fu avvolto il suo corpo e che ancora esiste, si contano circa 500 ferite, delle quali 80 dovute ai flagelli romani, che si riconoscono perché sono disposti a 2 a 2, e tutti con e della stessa impronta. Con la scoperta della fotografia e con i processi di ingrandimento si vedono nel lenzuolo, dopo 20 secoli, le prove del vangelo. Nessuno può dubitare dell’autenticità.

d) Sulla croce c’insegna che la nostra volontà deve, inchiodata alla sua croce, essere decisa a mai più offendere Gesù e a soffrire di buona volontà. Per il vostro amore, qualsiasi tormento.

e) Gesù celebrò sul Calvario la prima S. Messa: la vittima e il Sacerdote era Egli stesso: l’altare la croce. Come ornamento del suo Sacerdozio Gesù aveva la corona di spine; per scettro i chiodi che gli trapassavano le mani; per paramento sacerdotale la sua santissima carne tutta insanguinata come se fosse coperta di porpora. Contempleremo questo Divino Sacerdote, che sulla croce si offre al Padre Eterno come soddisfazione per i nostri peccati, non vorremo almeno offrirgli il nostro cuore? Promettere che in futuro…

f) Consideriamo Cristo sulla croce come Maestro sulla sua cattedra. “E quelli, che arriveranno ai suoi piedi, riceveranno la sua dottrina”. Andiamo alla scuola del Calvario. “Non giudicai sapere cosa alcuna tra voi se non Gesù Cristo e questo crocefisso”. Amiamo Cristo crocefisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i gentili, ma per i chiamati sia giudei, che Greci, Cristo, potenza di Dio e sapienza.

La scienza della Croce e delle piaghe fu per il serafico S. Francesco fonte di Grazia ammirabile e di estasi durante una delle quali egli stesso ricevette le piaghe (stimmate). San Bonaventura disse che la biblioteca di tutta la sapienza per lui era il Crocifisso. 

g) Consideriamo Gesù sul monte Calvario, come sia il nostro Generale che, impugnando la sacra bandiera della Croce, ci invita col suo sublime esempio, a combattere i nostri nemici, le passioni a costo di tante piaghe e orribili torture; la passione delle lodi e onori a costo della sottomissione a tante ingiurie e superare le (?); la passione per i beni di questo mondo a costo della rigida povertà, morì (?) e fu sepolto con un lenzuolo prestato. Per i sublimi esempi del nostro Generale impariamo la tattica di ben combattere i nostri nemici, le passioni disordinate; infine nel giorno in cui riceviamo il Battesimo, entriamo nelle file dell’esercito della croce, e come soldati quali siamo, abbiamo l’obbligo di accompagnare il nostro Generale e Re: Nostro Signore Gesù Cristo.

Conclusione: andiamo a fare bene la nostra festa con una buona Confessione con sofferenza di aver offeso Gesù, come i cittadini di Gerusalemme (andiamo) al solenne incontro con Gesù, il Dio della pace e dell’amore, che come Re vuole entrare nelle nostre anime, con le mani piene di Grazia; nell’unione con Gesù troveremo quella pace santa e confortante che è rinnovo di energia e di vita.

3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria

Mia buona Madre del Cielo, 

che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario 

e assistere alla sua agonia 

mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù erano fuggiti; 

Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù, 

non con le parole, ma con le opere, 

facendo sempre la volontà di Dio. 

Ave, o Maria…

Come  possibile non amare una Madre cos buona,

che ha molto sofferto per me?

4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto

O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre

che si china e si prende cura dei poveri, 

dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,

accogli la lode e il ringraziamento 

per averci donato in Padre Alberto Beretta 

un tuo strumento di amore e di compassione.

Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione 

concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.

Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre

e così, nella gioia dello Spirito Santo,

rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit

e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.

Gloria al Padre…

Vice postulazione – Bergamo – 11 aprile 2019

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