Gennaio 2017

Gennaio 2017

XXXV. Preghiamo con il Servo di Dio

Padre Alberto Beretta

1. Parola del Signore (Luca 11,9-10; Giovanni 14,13-14)

[Gesù disse:] “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.

E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”.

2. Dagli scritti di Padre Alberto [Spiritualità Preghiera, 7]

Prerogative della preghiera

La preghiera deve essere dotata di alcune prerogative:

Fede = deve essere fatta con fede, fede nella divina onnipotenza, che ci può aiutare, fede nella fedeltà di Dio alle sue promesse (vi sarà dato).

Speranza – ossia fiducia di ottenere quanto chiediamo.

Carità – cioè amore di Dio. Se uno è in stato di grazia questo rende la sua preghiera molto più accetta al Signore e ne accresce assai il valore impetratorio: “Se voi rimarrete in me (con la grazia) e le mie parole rimarranno in voi, qualunque cosa vorrete, la chiederete e vi sarà concessa” (S. Giovanni).

Umiltà – “Dio resiste ai superbi e dà la grazia agli umili” (lettera di S. Giacomo). Manchiamo di umiltà quando, pregando, siamo impazienti e quasi ci irritiamo se il Signore non ci esaudisce subito.

Devozione – La preghiera deve essere tale da onorare veramente il Signore. Ossia con: riverenza… parliamo con Dio. 

Attenzione – non distrazioni volontarie. Le involontarie non impediscono i frutti essenziali della preghiera.

Diligenza – costanza

Fervore – non fervore sensibile che può mancare senza nostra colpa, ma quella tensione spirituale che ci fa attenti nel tempo del colloquio con Dio e pronti a compiere poi i suoi santi voleri.

Quanto dobbiamo pregare?

Gesù: pregate sempre, senza intermissione, in ogni tempo, giorno e notte… – Non stancarsi mai di pregare, ma insistere finché Dio ci abbia esauditi. Se si tratta di grazie temporali (materiali) dobbiamo chiedere finché Dio non ci abbia fatto conoscere che non è sua volontà esaudirci per il maggior bene nostro; se si tratta di grazie spirituali dobbiamo continuare ad implorarle anche fino alla morte.

Siccome spesso ci stanchiamo e siamo tentati di tralasciare di pregare, è necessario che chiediamo a Dio lo spirito di preghiera, cioè la grazia di continuare a pregare, la grazia della perseveranza.

Come si può pregare sempre? 

Prega sempre chi prega con assai frequenza, il più che gli è possibile, di modo che ricorra alla preghiera con spontaneità e volenterosamente, appena ne abbia la possibilità.

Si dice che un giovane studia sempre perché appena può, torna con passione ai libri, così prega sempre chi ha l’assillo della preghiera, come un’abitudine connaturata nella sua vita, nei pericoli dell’anima e del corpo, nelle prove, nella gioia e nel dolore, quasi per un istinto acquistato.

Si dice che il lavoro è preghiera – chi lavora prega – perché, in che modo?

Il lavoro è preghiera quando noi offriamo al Signore le nostre azioni che stiamo per compiere affinché esse servano alla sua gloria. “Qualunque cosa diciate o facciate, fate tutto nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, rendendo per lui grazie a Dio Padre”. 

L’intenzione iniziale al mattino, è come l’indirizzo che poniamo sulle lettere, essa continuerà a camminare verso Dio, anche se noi non ci pensiamo più. Se poi questa intenzione la ripetiamo sovente durante la giornata, la nostra preghiera diventerà ancora più continua, è il pensiero soave di Dio che ci sta soccorrendo mentre lavoriamo, solo il suo sguardo non ci abbandona più.

Mezzo pratico per rimanere a contatto con Dio: moltiplicare durante le nostre azioni, anche se sono le più distrattive, le giaculatorie dette così perché sono come una freccia d’amore da noi diretta verso Dio. Se si impara a ripeterle frequentemente, chiedendo aiuto nelle difficoltà, ringraziando per il buon esito, dimostrando il nostro affetto al Signore, giungiamo a trasformare la vita in bene.

Difficoltà intellettuali: distrazioni, mancanza di forti convinzioni. Causa delle distrazioni volontarie, stato d’animo abituale precedente alla preghiera (come il peccato che se è grave priva l’anima della grazia santificante e della virtù infusa, e così utili all’orazione. Se è leggero, soffoca a poco a poco il fervore, rende l’anima tiepida e pigra).

Un affetto disordinato, che pur non essendo peccato, preoccupa tutta l’anima. Troppe occupazioni distrattive, attraenti (avidità del giornale, curiosità di tutto vedere e sapere, letture frivole ecc.).

Queste occasioni volontarie di distrazioni possono essere bene individuate e combattute. E bisogna farlo, altrimenti sarebbe un assurdo pregare.

Il luogo mal scelto e inadatto.

Tempo poco opportuno.

Cause involontarie.

Convertire le distrazioni in preghiera – diciamo al Signore che la nostra ansia sta tutta là.

Mancanza di forti convinzioni in quelle preoccupazioni – aridità del cuore – percezione di parlare nel vento. Essere ugualmente fedeli nella preghiera e perseverare.

Il demonio

Il Signore alle volte lascia l’anima alle sue forze, perché riconosca quanto sia debole.

L’incostanza, la stanchezza – “Chi abbandona l’orazione è abbandonato da Dio”.

Riassumendo: la preghiera è l’unico mezzo infallibile per ottenere da Dio le grazie – essa per avere valore deve essere fatta con fede – speranza – carità – umiltà – devozione; deve essere continua, abituarci a rimanere uniti a Dio anche in mezzo alle occupazioni della giornata.

Combattere le difficoltà (distrazioni: volontarie – involontarie); la mancanza di forti convinzioni – l’aridità del cuore.

Chiediamo a Dio lo Spirito di Preghiera – cioè la perseveranza nella preghiera, ricordandoci che se preghiamo Dio ci esaudirà sempre.

3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria

Mia buona Madre del Cielo, 

che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario 

e assistere alla sua agonia 

mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù erano fuggiti; 

Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù, 

non con le parole, ma con le opere, 

facendo sempre la volontà di Dio. 

Ave, o Maria…

Come  possibile non amare una Madre cos buona,

che ha molto sofferto per me?

4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto

O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre

che si china e si prende cura dei poveri, 

dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,

accogli la lode e il ringraziamento 

per averci donato in Padre Alberto Beretta 

un tuo strumento di amore e di compassione.

Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione 

concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.

Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre

e così, nella gioia dello Spirito Santo,

rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit

e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.

Gloria al Padre…

Vice postulazione – Bergamo – 12 gennaio 2017

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