XXXII. Preghiamo con il Servo di Dio
Padre Alberto Beretta
1. Parola del Signore (Matteo 5,20.43-48) |
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
2. Dagli scritti di Padre Alberto [Om. V., 30 – Mem. Devoz., 8] |
Condizioni per entrare nel Regno dei cieli
Gesù indica le condizioni per le quali si può entrare nel Regno dei Cieli: la pratica della carità. E’ il supremo comandamento della nuova alleanza, l’essenza della vita cristiana.
Chi ha ricevuto lo Spirito Santo (Battesimo, Cresima etc.) ha in sé l’amore stesso di Dio; deve amare non per simpatia, interesse, non per ricevere ma per dare, deve amare i nemici e quelli che gli fanno del male.
L’amore di Dio in noi ci porta a essere pazienti, benigni, misericordiosi.
Chi ha la carità di Cristo – dice San Paolo – non è invidioso, non insuperbisce, non fa niente di sconveniente, non cerca i suoi propri interessi, non si irrita, non sospetta il male. Non si rallegra per l’ingiustizia ma, si rallegra per la verità. Tutto perdona, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
Questa è la vera giustizia che Cristo vuole vedere in noi, e che è ben diversa dalla giustizia degli Scribi e dei Farisei, uomini del partito politico e religioso del tempo di Gesù, che avevano una giustizia falsa, ipocrita, orgogliosa, priva di spirito interiore. Solo apparenza ed esteriorità. Facevano il bene solo per mostrarsi, per guadagnare simpatie.
Purtroppo anche oggi non mancano quelli che seguono questo tipo di vita: fingere onestà per ingannare la buona fede degli altri, egoisti, senza preoccuparsi di trasgredire le sacre leggi di Dio.
Con questo tipo di giustizia non si può entrare nel regno dei Cieli, dice Gesù.
E Gesù ci insegna con casi pratici e concreti, come deve essere la nostra giustizia. La legge evangelica si dedica a disciplinare la parte interiore dell’uomo, perché è nella parte interiore che si sviluppano i germi di tutti i crimini. La legge antica condannava solo il male fatto all’esterno, mentre la legge evangelica condanna anche il pensiero, il desiderio di fare il male. Gesù vuole curare la radice del male, le sue cause.
Per esempio il quinto comandamento dice: non uccidere, ma Gesù lo perfeziona, ci insegna che la vera giustizia deve rifuggire anche le cause dell’omicidio interiore, che sono ordinariamente la passione dell’ira, la facilità a ingiuriare il prossimo, l’ostinazione a non voler riconoscere e riparare i propri errori etc.
Per prima cosa vai a riconciliarti col tuo fratello e poi torna a presentare la tua offerta. Con queste parole Gesù, presenta la legge della nuova Alleanza alla quale Dio chiama gli uomini destinati alla salvezza.
Gesù presenta nel Vangelo di oggi la legge della Nuova Alleanza, che è la carità. Tutti gli uomini, destinati alla salvezza, sono chiamati a questa legge.
Gesù indica quali siano le condizioni per entrare nel Regno dei Cieli. La via cristiana è pratica di carità, che è il supremo comandamento della nuova legge. Chi ha ricevuto lo Spirito Santo ha in sé lo stesso amore di Dio. Deve amare non per ricevere, ma per dare; deve amare i nemici e quelli che gli faranno del male.
L’amore di Dio in noi ci impegna.
La pazienza la benignità, la misericordia. La carità non ha invidia, la carità non si vanta, non si riempie di orgoglio, non fa niente di sconveniente, non cerca il suo interesse, non s’irrita, non gode per l’ingiustizia ma si allegra del trionfo delle verità. Tollera tutto, crede in tutto, sopporta tutto.
Maria protegge i missionari.
Esperienza personale.
Non fare nulla in questa vita, non intraprendere nessuna cosa importante in questa vita senza chiedere prima alla Mamma celeste il suo aiuto. E’ questo il frutto della mia esperienza personale degli anni di Missione. Vi parlo proprio sinceramente, schiettamente, con poche parole, così come sono solito fare coi miei malati, poche parole e chiare. Non mettetevi in testa di fare il missionario senza la Madonna.
La protezione della madre la sentite voi qui quando la invocate, la pregate, la sentivo anch’io prima di partire per le Missioni, ma quando sono arrivato in Missione, l’ho sentita moltissimo più forte, proprio accanto a Me, la Mamma che accompagna i Missionari quasi con una attenzione più grande, proprio perché sono i suoi figli fuori delle case, nei viaggi, nei pericoli, come fanno tutte le mamme quando hanno lontani i suoi figli. Chi vuol vedere i miracoli della Madonna, se non ne vede abbastanza qui, vada in Missione e constaterà come la Madonna vuol bene a quella gente abbandonata e povera, quante grazie Ella fa a noi Missionari e a quelle creature semplici che noi assistiamo in Missione.
E’ inutile pensare di essere Missionari senza mettersi completamente nelle mani della Madonna.
Sin da quando sono partito da Magenta, voi ben ricordate, c’era qui la statua della Madonna Peregrina, che voi accompagnaste in processione per le vie della città, quella venne con me in Brasile, l’accompagnammo nelle peregrinazioni.
Dissi fin dal primo giorno che arrivai in Missione: tutto quello che farò è nelle mani della Madonna.
3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria |
Mia buona Madre del Cielo,
che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario
e assistere alla sua agonia
mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù erano fuggiti;
Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù,
non con le parole, ma con le opere,
facendo sempre la volontà di Dio.
Ave, o Maria…
Come possibile non amare una Madre cos buona,
che ha molto sofferto per me?
4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto |
O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre
che si china e si prende cura dei poveri,
dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,
accogli la lode e il ringraziamento
per averci donato in Padre Alberto Beretta
un tuo strumento di amore e di compassione.
Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione
concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.
Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre
e così, nella gioia dello Spirito Santo,
rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit
e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.
Gloria al Padre…
Vice postulazione – Bergamo – 13 ottobre 2016