Marzo 2016

Marzo 2016

XXVI. Preghiamo con il Servo di Dio

Padre Alberto Beretta

1. Parola del Signore (Giovanni 15,12-14)

Gesù disse: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando”.  

2. Dagli scritti di Padre Alberto [Quaresima, 4/b]

Quaresima: elemosina e contemplazione di Cristo

La Chiesa ci indica in Quaresima, i diversi esercizi di vera penitenza, tanto graditi a Dio.

III° Esercizio di penitenza: l’elemosina. 

Noi ci sforziamo di servire il nostro prossimo attraverso l’elemosina di un amore pieno di sollecitudine e di misericordia: prima di soffrire i Martiri distribuivano la loro fortuna ai poveri.

L’elemosina dell’amore servizievole. Quando riusciamo ad ottenere la misericordia di Dio? Al completarsi della nostra penitenza con l’amore misericordioso che pratichiamo con il nostro prossimo. Dio stesso dice: “Non è il miglior digiuno che io voglio? Sciogli le catene inique, allevia il fardello che schiaccia, lascia liberi gli oppressi (e togli ogni sorta di giogo?). Dividi con l’affamato il tuo pane e accogli sotto il tuo tetto i poveri e i pellegrini”.

L’insegnamento dell’amore che sa perdonare. Perdonare qualcuno è per noi più difficile che fargli del bene, ma è anche più giusto e meritevole. Nel perdono si manifesta ancora di più la nostra generosità. “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che ti perseguitano, perché siate figli del vostro Padre che sta nei Cieli, il quale fa sorgere il sole sopra i buoni e i cattivi e fa piovere sui giusti e gli ingiusti”.

L’amore che sa perdonare ci fa assomigliare a Dio in modo particolare. E’ anche il perdono, l’amore verso i nemici ci conferisce un diritto speciale alla misericordia divina, che noi cerchiamo insistentemente e supplichiamo. “Se perdonerete agli altri le loro mancanze, anche il vostro Padre Celeste vi perdonerà, ma se non perdonerete agli uomini anche il vostro Padre non perdonerà i vostri peccati”. Cerchiamo di avere poi, reciprocamente, bontà e pazienza. Siamo magnanimi e generosi quando un confratello, forse solo per eccitazione momentanea, ci dice una parola aspra, rifiuta un favore, o per altra mancanza che ci molesta. Non gli facciamo indelicatezze per giorni e settimane, passandogli vicino arrabbiati, trattandolo con freddezza, ripagandolo opportunamente con la stessa moneta. “La carità – dice l’Apostolo – non è invidiosa… non tiene rancore… tutto scusa, tutto tollera”.

L’amore paziente e che sa perdonare è un sacrificio quaresimale che ci garantisce più di ogni altra mortificazione esterna, la bontà e la misericordia di Dio.

La meditazione sulla Passione è vera scuola dello spirito di penitenza. 

La nostra penitenza durante la Quaresima deve essere un lottare generoso un morire progressivo con Cristo. La Chiesa nella sua liturgia quaresimale ci presenta per questo, la lotta eroica del Signore con il principe delle tenebre e suoi collaboratori. L’anima di tutta la penitenza è il rifiuto intimo del peccato per mezzo dell’umiltà e del pentimento e di un serio sforzo di correzione della propria vita. Dove si svela a noi l’oscuro mistero del peccato, la sua perversità abissale e la sua terribile colpevolezza in modo più impressionante che sotto l’aspetto del Figlio di Dio che si immolava per la sua remissione? La cena del Salvatore, nel Getzemani, condotto davanti ai tribunali, presentato con un vestito di disprezzo, legato alla colonna della flagellazione, cinto con una corona di spine, maltrattato sulla via del Calvario, inchiodato al legno della Croce, ad ogni passo di questa via dolorosa, con suo linguaggio proprio, lo ripete: questa è l’opera del peccato. 

Ci sarà qualcosa che con maggiore efficacia possa portarci al pentimento del peccato e alla sua rinuncia che uno sguardo al Salvatore Crocifisso? Quante lacrime già fece versare questo guardare! Quanti propositi di rigenerazione Lui ci ha ispirato.

Anche l’immagine di Cristo sofferente si rinnova nella misura che, per mezzo della mortificazione esterna procura castigarsi per il peccato commesso e premunirsi contro lo stesso nel futuro. Fu a questa fonte che i Santi attinsero il coraggio per praticare (con rinnovato vigore) la penitenza. La meditazione sulla Passione è anche il migliore insegnamento di esercizio di penitenza.

La preghiera. E’ giustamente la Passione e morte del Redentore che ci permette di lanciare un’occhiata più profonda anche alla sua vita di preghiera. Dopo che Lui ebbe fatto l’incomparabile preghiera del Sommo Sacerdote e la preghiera nell’Orto degli Ulivi, entra nella tenebrosa notte della sua Sacra Passione, nel punto culminante della quale, pregando sulla croce, lo si ascolta in costante colloquio di preghiera con il Padre, finché con la preghiera sulle labbra, esalò l’ultimo respiro. 

Dal Redentore crocefisso possiamo imparare il modo di fare il bene. Ed anche impariamo l’ultimo esercizio di penitenza: amore accomodante, e che sa perdonare. La Passione di Cristo è l’opera stessa del suo amore per soccorrere e salvare. Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici. “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Alla scuola del Crocifisso i suoi figli impararono a pregare, e a sacrificarsi generosamente per il sangue di Cristo, ma impararono anche a sopportare e a perdonare per Suo amore le ingiustizie e gli oltraggi.

Abbiamo imparato a vedere attraverso la Croce di Cristo sofferente, i nostri peccati, le nostre tentazioni e le nostre passioni, le nostre croci e difficoltà, le nostre disillusioni, le ingiustizie e le offese. Attraverso (la stessa passione) tutto si riveste di altro aspetto e tutto diventa comprensibile.  La bella Via Sacra (Via Crucis) che faremo ci otterrà molte volte più luce, forza e consolazione di lunghe ore di sconforto con gli uomini.

3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria

Mia buona Madre del Cielo, 

che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario 

e assistere alla sua agonia 

mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù era fuggiti; 

Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù, 

non con le parole, ma con le opere, 

facendo sempre la volontà di Dio. 

Ave, o Maria…

Come  possibile non amare una Madre cos buona,

che ha molto sofferto per me?

4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto

O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre

che si china e si prende cura dei poveri, 

dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,

accogli la lode e il ringraziamento 

per averci donato in Padre Alberto Beretta 

un tuo strumento di amore e di compassione.

Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione 

concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.

Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre

e così, nella gioia dello Spirito Santo,

rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit

e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.

Gloria al Padre…

Vice postulazione – Bergamo – 10 marzo 2016

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