XXV. Preghiamo con il Servo di Dio
Padre Alberto Beretta
1. Parola del Signore (Luca 4,1-13) |
Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
affinché essi ti custodiscano;
e anche:
Essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
2. Dagli scritti di Padre Alberto [Quaresima, 4/a] |
Quaresima
All’inizio della Quaresima, la Chiesa fa volgere i nostri occhi verso il divino Redentore che per 40 giorni nella solitudine del deserto prega in penitenza, lotta con le tentazioni e le vince. Sono anche queste le finalità della nostra Quaresima. Voleva, l’amatissimo Redentore, invitarci per questo deciso stimolo e vigore per esercitarci nella penitenza e nella preghiera.
“O divino maestro, vi ringrazio per il vostro magnifico esempio di penitenza, di preghiera e di lotta contro il principe delle tenebre. Mosso da umile sentimento, vi domando perdono per la mia grande negligenza nella penitenza, debolezza nella lotta. Insegnatemi a esercitare la penitenza e la preghiera, così come a lottare e a vincere”.
Esercizi di digiuno e penitenza
La Quaresima appena iniziata, secondo l’intenzione della Chiesa, ha quale fine la nostra preparazione per la seconda grande festa cristiana: la Pasqua. In qualità di uomini soggetti al peccato, desideriamo morire con Cristo al fine di poter risorgere con Lui ad una vita nuova e divina.
Entrambe le particolarità, morire e risorgere con Cristo, si realizzarono per la prima volta nel Santo Battesimo, ma si rinnovano e si approfondiscono ogni volta di più attraverso la penitenza. Per questo la Chiesa ci indica, nei primi giorni di Quaresima, i diversi esercizi di vera penitenza, tanto graditi a Dio.
I° il digiuno.
Perché dobbiamo digiunare? La Chiesa inizia la Quaresima con una cerimonia commovente cerimonia simbolica: l’imposizione della cenere benedetta sopra la nostra testa. In questo modo, per così dire, ci consacra solennemente come penitenti. “Convertitevi a me con tutto il cuore con il digiuno, con le lacrime e la compunzione…”. (Epistola).
Nel prefazio: “O Signore Santo, Padre Onnipotente, eterno Dio: Tu, attraverso il digiuno corporale sottometti i vizi, elevi l’intelligenza, concedi la virtù e la ricompensa…”. Questi copiosi benefici del digiuno ci devono servire da incitamento per accettare la sua fatica.
Il digiuno sottomette le nostre passioni, attraverso la giusta misura nel mangiare e nel bere, abbandoniamo il piacere dei sensi… Nel corpo trattato troppo bene, gli istinti dei sensi sono più forti.
Il digiuno eleva la nostra intenzione. Qualsiasi rinuncia al piacere sensuale significa certamente distacco sia spirituale che materiale e, di conseguenza, facilita il nostro avvicinamento a ciò che è soprannaturale. “Mediante la mortificazione della carne possiamo raggiungere più facilmente le cose del cielo”.
Il digiuno ci fa praticare la virtù. Il freno della gola esprime il dominio della volontà sulla sensualità e irrobustisce la virtù.
Il digiuno merita una ricompensa. Da quando Gesù riunì il mondo con la sua Passione e morte, l’amorosa partecipazione alla passione, soprattutto attraverso la mortificazione volontaria dell’uomo, è forza corredentrice. Digiunare senza che gli altri sappiano.
II° Esercizio della penitenza; la preghiera fervorosa (fatta) in se stesso è penitenza ed allo stesso tempo forza e consacrazione di tutta penitenza.
“Pregare non significa altro che parlare a Dio con il cuore”. La preghiera è l’espressione spontanea della nostra relazione figliale con Dio. Pregare dovrebbe essere, per questo, tanto naturale quanto il respirare” (Curato d’Ars). Purtroppo quante volte il nostro cuore si presenta davanti a Dio muto e freddo invece di sentirci portati alla parola. Durante la giornata lavora devotamente, questo è conservare l’unione con Dio, mediante una intenzione pura e per mezzo dell’elevazione frequente a Dio attraverso la preghiera.
Il digiuno e le altre opere di penitenza, solo mediante la preghiera ricevono la forza rinnovatrice e la sublime consacrazione. E’ l’umile spirito di compunzione = sincero dolore dei peccati commessi e lotta seria contro il peccato che ancora ci minaccia: tutto praticato con spirito di umiltà. Questo spirito di penitenza si nutre solo della preghiera. Nella preghiera meditata riconosciamo sempre più chiaramente la viltà del peccato, l’ingiustizia che esercita contro Dio, la disgrazia che rappresenta per noi stessi. Imploriamo l’aiuto divino per vincere nella lotta contro il peccato. In questo modo la preghiera conserva vivo e forte lo spirito di penitenza. Senza la preghiera specialmente meditata, scompare e si estingue tutto il fervore.
3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria |
Mia buona Madre del Cielo,
che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario
e assistere alla sua agonia
mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù era fuggiti;
Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù,
non con le parole, ma con le opere,
facendo sempre la volontà di Dio.
Ave, o Maria…
Come possibile non amare una Madre cos buona,
che ha molto sofferto per me?
4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto |
O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre
che si china e si prende cura dei poveri,
dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,
accogli la lode e il ringraziamento
per averci donato in Padre Alberto Beretta
un tuo strumento di amore e di compassione.
Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione
concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.
Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre
e così, nella gioia dello Spirito Santo,
rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit
e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.
Gloria al Padre…
Vice postulazione – Bergamo – 18 febbraio 2016