1. Dal Vangelo secondo Luca (10,38-42)
“ Mentre erano in cammino, [Gesù] entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.
2. Dagli scritti di Padre Alberto [Om. Var. 27]
[Episodio evangelico di Marta e Maria – L’ospitalità]
Chi accoglie un pellegrino, ospita il proprio Dio – Ecco la regola d’oro che Abramo ci trasmette e che più di 2000 anni dopo, Gesù confermerà: ” Ero pellegrino e mi avete ospitato “.
Narra [il libro della Genesi] che Abramo, mentre sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno, vide tre uomini che stavano lì presso di lui. Era il Signore che si manifestava a lui in questi tre uomini. Appena li vide, Abramo con tutto il cuore li invitò a fermarsi lì con lui a prendere un boccone di pane e a rinfrescarsi, poi avrebbero continuato il loro cammino. Essi accettarono, e mentre si sedevano all’ombra di quell’albero, Abramo e la moglie Sara e un servo, con tutta premura approntarono una bella colazione e la offrirono. Mentre essi ne mangiavano, dice la Scrittura, Abramo stava in piedi presso di loro in silenzio e in ascolto. E ecco che venne la parola di Dio, la ricompensa a quell’opera buona che aveva fatto: difatti al terminare la refezione, gli ospiti chiesero dove fosse Sara, e promisero ad Abramo che, fra un anno, al loro ritorno, ella avrebbe avuto un figlio. Il premio, dunque, dell’ospitalità, fu il figlio Isacco, che realmente e miracolosamente nacque nonostante l’età avanzata dei (genitori).
Pure il Vangelo di oggi, parla di ospitalità; Gesù, entrando in un villaggio fu accolto nella casa di Marta. Ella aveva una sorella, Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. Voleva ricevere da Gesù. Marta invece era tutta presa dai molti servizi, voleva dare a Gesù un’ospitalità eccellente e domandò a Gesù che dicesse a Maria di aiutarla. Ma Gesù le rispose che più necessario e più importante era l’ascolto della Parola di Dio che era proprio la finalità del suo viaggio.
Gesù non disprezza il lavoro di Marta, solo non approva che ella si preoccupi tanto delle cose esteriori, perdendo l’opportunità di imparare da Gesù. Per la refezione, deve bastare poco, più necessario è imparare la parola di Dio, perché una sola è la cosa di cui c’è bisogno e Maria ha scelto proprio questa.
Nel visitare Marta e Maria, Gesù ci insegna qualche cosa di molto importante, e cioè a non separare il lavoro dalla preghiera.
Nelle occupazioni di ogni giorno non possiamo dimenticarci dell’unico necessario. Prima di agire è necessario ascoltare. Marta, molto occupata, si è dimenticata di ciò che è più importante. Si è dimenticata di udire Gesù. Maria no. Essa prima ascolta e attentamente ciò che Gesù le deve dire.
Gli uomini, in generale, pregano poco. E, pur essendo così, preferiscono più pregare che ascoltare.
Ma la felicità dell’uomo sta più nell’ascoltare che nel parlare. Se ascoltasse di più e parlasse meno egli scoprirebbe il mistero di Dio, il segreto della vita, la bellezza dell’amore, la risposta per ogni problema.
Dio parla nella nostra coscienza e nel nostro cuore. Parla negli amici, negli uomini, nei poveri, nei malati, nei piccoli.
C’è una voce silenziosa di Dio che risuona nel più profondo del nostro essere; e c’è anche un grido di Dio che si eleva dalle classi esplorate da coloro che non sono rispettati nei loro diritti umani.
Per alcuni momenti lasciamo di lato i nostri affari, le nostre preoccupazioni, i nostri strumenti di lavoro e fermiamoci per captare la voce di Dio.
E’ possibile che per noi si apra un cammino nuovo, un cammino di giustizia e di speranza.
3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria
Mia buona Madre del Cielo, che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario e assistere alla sua agonia mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù era fuggiti;
Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù, non con le parole,
ma con le opere, facendo sempre la volontà di Dio.
Ave, o Maria…
Come è possibile non amare una Madre così buona, che ha molto sofferto per me?
4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto
O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre che si china e si prende cura dei poveri,
dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,
accogli la lode e il ringraziamento
per averci donato in Padre Alberto Beretta
un tuo strumento di amore e di compassione.
Accogli oggi la nostra supplica
e per sua intercessione
concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.
Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre
e così, nella gioia dello Spirito Santo,
rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinità
e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi. Gloria al Padre…
* Alle ore cinque del 28 agosto 1916 , a Milano, piazza Risorgimento al numero10, nasceva il settimo figlio di Maria De Micheli e Alberto Beretta.
* Il 10 settembre successivo lo zio Don Giuseppe Beretta battezzava Enrico Carlo Maria nella chiesa di S. Bartolomeo a Milano . Padrino il signor Enrico Rag. Beretta e madrina la signora Carlotto Beretta Teresa, ambedue domiciliati a Magenta.
Vice postulazione – Bergamo – 10 settembre 2015