1. Dal Vangelo secondo Giovanni (21,4-7)
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora egli disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “E’ il Signore!”…
2. Dagli scritti di Padre Alberto [Pasqua, 1]
II Dom. Dopo Pasqua
In questa Domenica dopo Pasqua, la liturgia esalta la potenza del nome di Gesù, l’Agnello immolato per i peccati, che divenne capo e Salvatore dell’umanità e che ha trasmesso questi poteri a quelli che lo rappresentano: Pietro, gli Apostoli e i loro successori.
I Lettura – La potenza di Dio aveva risuscitato Gesù dai morti, ora la stessa potenza si manifestò negli Apostoli che nelle vie e piazze di Gerusalemme rendevano testimonianza del Cristo Risorto, affermando che anche tutti quelli che avrebbero creduto nel Cristo risorto e accolto la sua dottrina, sarebbero anch’essi risuscitati.
Negli Apostoli si manifestava l’azione e la potenza dello Spirito Santo con grande efficacia. Il Sinedrio, che era l’organo supremo di Israele in materia religiosa e civile, riteneva che con la morte di croce di Gesù tutto sarebbe finito nel nulla, invece il numero di cristiani andava crescendo rapidamente. Perciò dopo aver gettati in prigione Pietro e Giovanni, convocarono gli apostoli davanti al Tribunale affinché giustificassero il motivo per il quale continuavano a predicare la dottrina di Gesù screditando sempre più il Tribunale dei Giudei, responsabile della morte di Gesù. La risposta degli Apostoli è esemplare: bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, e Dio si manifestò chiaramente nella risurrezione di suo Figlio, che con la sua risurrezione divenne, così capo e Salvatore. Gli apostoli non chiedevano la vendetta, né il castigo, ma il pentimento per la remissione dei peccati e la conversione dei capi dei giudei, riconoscendo Gesù come Salvatore. Ma il Sinedrio non volle credere e fece fustigare gli Apostoli.
Gli Apostoli, sull’esempio di Gesù, accettarono con gioia un castigo per
dimostrare ai capi e agli altri il loro amore per Gesù e il suo nome. Nacque così la Chiesa dei martiri.
Vangelo. Dopo le apparizioni di Gesù alle donne e ai discepoli a Gerusalemme, Gesù appare in Galilea, presso Tiberiade dove ancora oggi c’è una Chiesa cristiana detta del ‘Primato’ a ricordo del conferimento del mandato da parte di Cristo al capo degli Apostoli: San Pietro. C’erano anche Tommaso, Giacomo e Giovanni; tutti stavano lavorando nell’antica professione di pescatori. Si ripete lo stesso fatto di quando Gesù era sulla terra: i discepoli non pescano nessun pesce, ma sulla parola di Gesù, gettano le reti e fanno una pesca miracolosa. Di fronte all’evidenza del miracolo, gli Apostoli riconoscono Gesù. Gesù li invita tutti a mangiare pane e pesce, il pranzo consueto dei pescatori di Galilea, dando così prova certa della sua
risurrezione.
Possiamo chiederci: perché gli Apostoli non hanno riconosciuto il Signore con cui vissero insieme, giorno e notte, addirittura fino a poche settimane prima?
Nel cenacolo lo avevano scambiato con un fantasma, Maria con un ortolano; ma gli Apostoli lo avevano già visto dopo la sua risurrezione: alla sera di Pasqua e nell’ottavo giorno. Gli altri amici e compagni furono testimoni di simili apparizioni.
– Doveva esserci qualcosa di diverso in Gesù. Gesù doveva essere nuovo, differente. La risurrezione non è uno squillo di tromba (lavarsi la faccia e così come tutti i giorni). No. La Risurrezione è trovarsi in condizioni completamente diverse: è sempre un passaggio da questo mondo all’altro.
E’ importante considerare che gli Apostoli riuscirono a raggiungere la certezza della risurrezione. Prima erano pieni di dubbi, perplessità che provocarono per loro i rimproveri del Signore a causa della incredulità e durezza di cuore. Questo è importante per noi: poiché gli apostoli sono i Padri della nostra fede, abbiamo il diritto di trovare in loro una certezza assoluta.
Pietro disse: “Il Dio dei nostri Padri ha risuscitato Gesù che voi avete ucciso sulla croce. E noi siamo testimoni di queste cose insieme allo Spirito Santo”.
Pietro afferma questo davanti ad un pubblico che mai avrebbe affrontato. Non solamente è cambiato Cristo, ma anche i discepoli: anche loro sono sicuri, certissimi riguardo le realtà che affermano.
Paolo dirà: ” Se Cristo non fosse risuscitato, vana è la nostra fede, ma Cristo risuscitò dai morti”.
Noi abbiamo la certezza assoluta della risurrezione di Cristo perché i nostri Padri nella fede, l’ebbero assoluta a loro volta.
Gesù sul lago di Genezaret, fu riconosciuto non per le sue sembianze, ma per i suoi gesti, per il miracolo della pesca e per aver mangiato con gli Apostoli.
esù, tuttavia pur essendo diverso da tutti noi, rimase nello stesso tempo umanissimo; infatti prepara una raccolta di legna, accende il fuoco, cucina i pesci e mangia con i suoi Apostoli.
La risurrezione non distrugge la persona. L’uomo, opera prima di Dio, è gradito a Dio così come egli è; per questo nella risurrezione la persona è conservata e salvata integralmente nelle sue migliori manifestazioni.
Anche noi dobbiamo credere in Gesù risuscitato, sentirlo vivo in mezzo a noi, sentirlo vivo nei nostri cuori.
Pietro aveva rinnegato tre volte Gesù, e Gesù gli chiede per tre volte: “Mi ami tu?”.
Gesù non ci castiga, ma vuole che crediamo nel suo amore, che è la cosa più bella che esista per noi.
Riflettiamo anche sulle parole di Gesù a Pietro: ” Pasci le mie pecore, pasci i miei agnelli” = Significa che conferma Pietro come capo di tutti quelli che lo seguono.
3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria
Mia buona Madre del Cielo, che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario e assistere alla sua agonia mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù era fuggiti; Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù, non con le parole, ma con le opere, facendo sempre la volontà di Dio.
Ave, o Maria…
Come è possibile non amare una Madre così buona, che ha molto sofferto per me?
4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto
O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre che si china e si prende cura dei poveri,
dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,
accogli la lode e il ringraziamento
per averci donato in Padre Alberto Beretta
un tuo strumento di amore e di compassione.
Accogli oggi la nostra supplica
e per sua intercessione
concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.
Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre
e così, nella gioia dello Spirito Santo,
rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinità
e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi. Gloria al Padre…
Vice postulazione – Bergamo – 9 aprile 2015