1. Dal Vangelo secondo Marco (14,22-24)
Mentre mangiavano, Gesù prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti”.
2. Dagli scritti di Padre Alberto [Quaresima, 3]
Quaresima – Catechesi S. Messa
Per prepararci bene alla Pasqua è giusto che noi studiamo, meditiamo bene i misteri che commemoreremo nella S. Pasqua. Perché, studiando bene la S. Messa, meditando bene cos’è, ci prepariamo bene alla S. Pasqua? Perché la S. Messa è lo stesso mistero di Pasqua , della Passione e Morte e Risurrezione di Gesù Cristo per la nostra salvezza.
Quando noi vogliamo dimostrare a una persona che le vogliamo bene, le offriamo un regalo; questo regalo è un segno, esso rappresenta tutto il nostro amore per quella persona.
Una volta, un bambino, che era presente insieme ad una folla di persone là dove il Papa Pio XII stava parlando, riuscì ad arrivare proprio vicino al Papa e gli offrì come regalo il giocattolo che aveva fra le sue mani e che era la sua felicità. Il Papa lo gradì e disse che apprezzava molto quel giocattolo, perché rappresentava tutto l’amore di quel bambino per il Papa: quel bambino non avrebbe potuto offrigli un’altra cosa che non fosse quel giocattolo.
Quando vogliamo offrire un regalo ad una persona importante, molto nota, questo regalo deve avere ancora più valore.
Se questa persona che vogliamo onorare è Dio, allora è necessario offrirgli un regalo tutto speciale e (offrirlo) solamente a Lui. Questo dono, questo regalo speciale è il Sacrificio .
Il Sacrificio è un regalo, un’offerta che si fa a Dio per riconoscerlo e onorarlo come Sovrano Signore: è un rito fatto solo per Lui, è l’atto religioso più importante che l’umanità è in grado di offrire a Dio.
Un esempio. Immaginate che un padre di famiglia abbia molti figli, figli poveri che non hanno nulla. Viene un giorno di festa del papà, il suo compleanno, e i figli vogliono fargli un regalo. Dove andranno a comprarlo? non hanno i soldi. Allora il padre vedendo la tristezza dei figli per non avere nulla da regalargli dice ai figli: “Io stesso vi do un regalo che mi piace e voglio che voi, miei figli, mi offriate solamente questo regalo nel giorno del mio compleanno”. Fate bene attenzione: il Padre è il dono, il regalo e lo dà ai figli perché loro lo offrano al Padre.
Questo esempio ci aiuta a comprendere quello che Dio ha fatto quando insegnava agli uomini come dovevano fare per manifestare il loro amore, ossia riconoscerlo come Padre, come Creatore e Benefattore.
Dio ha insegnato agli uomini (è scritto nella Bibbia) quello che desiderava che noi gli offrissimo: un Sacrificio e che questo Sacrificio fosse una vittima.
Che cos’è una vittima? E’ qualcosa di vivo che quando viene offerto a Dio deve essere morto, distrutto. Quando noi offriamo un dono alla nostra mamma nel giorno del suo compleanno, ciò che le regaliamo non ci appartiene più, ma è della mamma: e così avviene anche quando il dono lo facciamo a Dio: questo dono non appartiene più a noi.
Ecco perché Dio volle che gli uomini gli offrissero un animale vivo, ma che doveva essere sacrificato, cioè avrebbe dovuto morire in quella circostanza; se erano alimenti, dovevano essere distrutti. Da qui ha origine il termine Sacrificio, perché è qualcosa di vivo che deve essere ucciso o una cosa buona che deve essere distrutta e questo animale, questa cosa diventava sacra quando era offerta a Dio in sacrificio.
Ecco che cos’è il Sacrificio .
Ecco le sue caratteristiche:
1. Il Sacrificio che noi offriamo a Dio gli appartiene già. Ciò che noi gli offriamo è Lui stesso il dono … (come quel padre di famiglia che aveva dato ai figli il regalo che i figli dovevano donargli nel giorno del suo compleanno).
2. Questo dono che Dio vuole che gli offriamo è un essere vivente che deve morire, un essere sacrificato volendo diventare vittima .
3. Occorre qualcuno incaricato, scelto tra molti, per offrire a Dio il dono: questo è il Sacerdote .
4. Occorre un luogo speciale che è l’altare .
Gesù, nel Giovedì Santo, durante l’ultima Cena, prese nelle sue mani il pane, lo benedisse dicendo: ” Questo è il mio corpo “; prese il calice del vino e disse: ” Questo è il mio Sangue che è sparso per voi in remissione dei peccati” e disse anche: “Fate questo un memoria di me”.
Con queste parole Egli istituì la S. Messa perché nella Messa Egli si fa dono e ci dà quello che noi dobbiamo offrire a suo Padre, è proprio Lui, Gesù, il suo corpo e il suo sangue l’unico dono che Dio gradisce.
Nella S. Messa quando il Sacerdote obbedendo al comando di Gesù: ” Fate questo in memoria di me “, ripete le parole: “Questo è il mio corpo…” Gesù si fa presente, perché ciascuno di noi possa partecipare al suo Sacrificio offrendo a Dio Padre l’unica vittima che gli è gradita: il suo proprio Figlio.
Ciascuno di noi deve dire: ” Vado a celebrare la mia Messa ” e non dire: “assistere alla Messa”; vado a fare un dono a Dio Padre, offrendogli l’unico dono a lui gradito, e che è il proprio Figlio Gesù che qui sull’altare, al momento della consacrazione, ripete il suo Sacrificio per tutti gli uomini.
Quante copie di Bibbie ci sono nel mondo intero! E’ sempre la stessa parola di Dio; non occorre che siano vivi sulla terra gli Evangelisti, coloro che scrissero per la prima volta la parola di Dio sulla carta; oggi la tipografia stampa migliaia di copie. Così la S. Messa è sempre lo stesso Gesù che si sacrifica sul Calvario; l’unica differenza sta nel modo. Nessuno vede adesso il suo Sangue sulle tovaglie dell’altare; Egli non ha più bisogno di essere sacrificato come fece quel giorno; ma la S. Messa è lo stesso identico Sacrificio della Croce applicato a tutti gli uomini di tutti i tempi.
La Messa è anche offerta anche a Dio, Gesù è la vittima e Sacerdote principale, è una immolazione mistica.
3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria
Mia buona Madre del Cielo, che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario e assistere alla sua agonia mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù era fuggiti; Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù, non con le parole, ma con le opere, facendo sempre la volontà di Dio.
Ave, o Maria…
Come è possibile non amare una Madre così buona, che ha molto sofferto per me?
4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto
O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre che si china e si prende cura dei poveri, dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,
accogli la lode e il ringraziamento
per averci donato in Padre Alberto Beretta
un tuo strumento di amore e di compassione.
Accogli oggi la nostra supplica
e per sua intercessione
concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.
Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre
e così, nella gioia dello Spirito Santo,
rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinità
e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi. Gloria al Padre…
Vice postulazione – Bergamo – 12 marzo 2015