1. Parola del Signore: Dal vangelo secondo Luca (15,1..10)
Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”. Ed egli disse loro questa parabola:
“Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”.
2. Riflessioni di Padre Alberto [S. Cuore, 6]
Il S. Cuore di Gesù
Con questa parabola Gesù ci insegna quanto grande sia la Carità di Dio verso il peccatore. Pubblicani e peccatori, dice il Vangelo, si avvicinavano volentieri a Gesù per sentire le sue parole, e si intrattenevano con Lui. I nemici di Gesù, Scribi e Farisei, criticavano questa familiarità di Gesù con i peccatori: “Riceve i peccatori e mangia con loro, non può essere santo uno che mangia con gente di malavita”. Ecco la maldicenza, vizio detestabile, che purtroppo esiste anche in molti cristiani. Parlare della vita degli altri, censurando, giudicando male, è contro la carità che ci comanda di amare il nostro prossimo, e rendendolo spregevole; è contro la giustizia perché priva il prossimo di un bene necessario: il buon nome, la reputazione. Questo vizio è frequente. Fuggiamo la maldicenza, e diciamo: Non mi piace la conversazione che attacca la reputazione degli altri. Se il nostro nome è attaccato, consoliamoci con Gesù che mentre faceva il bene fu attaccato dai nemici: lasciamo parlare il mondo. Dio è il nostro giudice.
* Dio, manifesta la sua misericordia verso i peccatori: tollerandoli con infinita pazienza; li compatisce, tratta con loro come un amico e dichiara che è venuto al mondo specialmente per loro. Oggi continua con lo stesso atteggiamento, nonostante siano ingrati questi poveri peccatori, sembra che Gesù dica: sono sempre miei figli; forse più tardi si convertiranno.
Dio manifesta la sua misericordia verso i peccatori cercandoli con la più viva sollecitudine. Le 2 parabole d’oggi lo affermano: “Chi è di voi che possedendo 100 pecore e avendone persa una non lascerà le 99 nel recinto e va a cercare quella che si è persa, senza guardare ai pericoli e alla fatica? O qual è la donna che possedendo 10 dracme e avendone persa una, non accende la candela e scopa la casa e la cerca con molto affanno fino a trovarla? E’ chiaro ciò che con queste (parabole) Gesù vuole farci capire che la misericordia di Dio non abbandona il peccatore, ma lo segue lo cerca, lo invita, usa tutti i mezzi perché si penta e torni a Dio; si serve della parola del Sacerdote, dell’amico, di un buon libro, persino di una disgrazia in famiglia.
* Dio accoglie con grande allegria il peccatore che si pente e ritorna a Lui. Il pastore avendo trovato la pecorella smarrita, se la mette sulle spalle, senza riprenderla, e ritornato a casa riunisce gli amici, i vicini dicendo: ” Rallegratevi con me perché ho trovato la mia pecorella che si era smarrita “. E così la donna quando trovò la dracma perduta. E Gesù concluse: ” Vi dico in verità che nel Cielo si fa più festa per un peccatore che si converte che per 99 giusti che non necessitano della penitenza “. (Chi legge e medita il Vangelo sente continuamente palpitare la misericordia del Cuore di Gesù per i peccatori.)
* Queste due parabole ci ricordano le parole che Gesù disse nel 1675 a Santa Margherita Alacoque: “I peccatori devono trovare nel mio cuore un oceano di misericordia…”. La Santa Chiesa celebra in questi giorni la festa del Sacro Cuore di Gesù, quel Cuore di Gesù che perdonò la Maddalena peccatrice, al buon ladrone sulla croce; è il Cuore del Padre del figliol prodigo.
Gesù permise che quando morì sulla croce, mentre ai 2 ladroni crocifissi con Lui furono spezzate le ossa delle ginocchia, permise che a Lui invece di rompere le ossa, fosse aperto il suo fianco con una grande ferita fatta da un soldato con la lancia: ferita che raggiunse il cuore di Gesù, dal quale uscirono sangue e acqua. Rimase aperto il suo Cuore, aperto come fonte di misericordia per tutti i peccatori; il fianco aperto di Gesù, questa ferita è una bocca che grida e chiede l’amore degli uomini per Gesù. Questo cuore fu aperto per nostro rifugio, dolce asilo di misericordia per il peccatore.
La Santa Chiesa sempre onorò questa ferita aperta del Salvatore, volendo onorare nel cuore di carne di Gesù il simbolo del suo amore per noi.
Nel 1675, in Francia, in un’epoca di grande freddezza e malvagità degli uomini, Gesù, appare a una religiosa della Visitazione, S. Margherita Maria nel Monastero di Paray le Monial. Era, il giorno dell’ottava della festa del Corpo di Dio: Gesù mostra il suo petto aperto e dentro il Cuore ferito da una grande ferita aperta, circondato da una corona di spine: e sopra il cuore una fiamma di fuoco d’amore, e in essa una croce. Gesù si lamenta con la Santa dicendo: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e che da loro riceve ingratitudine e disprezzo!”. Da lì l’origine della devozione al S. Cuore di Gesù, devozione tanto bella, con la quale vogliamo rispondere a quel cuore che pulsa d’amore per noi, dal presepio di Betlemme fino al Calvario, e continua ad amarci nell’incarnazione e, nonostante questo amore infinito, è Vittima dell’ingratitudine, degli oltraggi degli uomini, vogliamo riparare con il nostro amore.
Gesù a questa Santa fece una promessa per i devoti del suo Cuore: 1° Gli concederò tutte le grazie necessarie al suo stato – 2° darò la pace alla sua famiglia – 3° li consolerò, nelle afflizioni – 4° sarò il suo rifugio sicuro nella vita, e salvezza nell’ora della morte – 5° verserò abbondanti grazie, su tutte le sue imprese – 6° i peccatori troveranno nel mio cuore un oceano infinito di misericordia – 7° le anime tiepide diventeranno fervorose – 8° le anime fervorose arriveranno a una perfezione più alta – 9° benedirò le case dove l’immagine del mio Sacro Cuore sarà onorata e esposta. – 10° Darò ai Sacerdoti la capacità di toccare i cuori più induriti. – 11° Le persone che propagheranno questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio cuore. – 12° La grande promessa, siamo fedeli a questa devozione.
Il Sacro Cuore vuole regnare in seno alle famiglie, vuole essere veramente il Re dei focolari cristiani.
Consacriamoci e intronizziamo l’immagine!
Io ho una sete ardentissima di vedere il mio Cuore amato dagli uomini, nel SS. Sacramento. Questa sete mi divora e non trovo nessuno che mi dia ristoro come desidero, dandomi amore per amore.
Viviamo la vita Eucaristica.
3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria
Mia buona Madre del Cielo, che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario e assistere alla sua agonia mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù era fuggiti; Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù, non con le parole, ma con le opere, facendo sempre la volontà di Dio.
Ave, o Maria…
Come è possibile non amare una Madre così buona, che ha molto sofferto per me?
4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto
Vice postulazione – Bergamo – 12 giugno 2014