1. Parola del Signore: Dal vangelo secondo Matteo (27,15…)
A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò alla gente che si era radunata, Pilato disse: “Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?”…
Ma i capi della sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù…
Allora [Pilato] rimise in libertà Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
2. Riflessione di Padre Alberto [Om. Sett. S., 2]
Gli insegnamenti di Gesù nella sua passione .
1) Nel Pretorio quando Pilato mise al suo fianco Barabba, il peggiore degli assassini, e domandò al popolo quale dei due voleva libero, volle soffrire questa offesa tanto bassa e vile, di essere giudicato dal popolo come il peggiore degli assassini, per insegnarci che l’orgoglio è il grande peccato degli uomini , e che dobbiamo umiliarci se vogliamo essere perdonati.
2) Nella flagellazione, sotto le frustate brutali che gli aprivano le carni, volle fare penitenza per i peccati della sensualità con i quali tanti uomini offendono Dio. Ci insegna che dobbiamo fare penitenza per i peccati , se vogliamo essere perdonati.
(Chiediamo infine la Grazia di fare penitenza. Ricordiamo il Testamento di San Francesco: Il Signore mi diede la grazia di fare penitenza ).
Nessuno potrà soffrire come soffrì Gesù nella flagellazione. Il documento fotografico di questa realtà Dio ce lo ha lasciato nella S. Sindone, il lenzuolo col quale fu avvolto il suo corpo e che ancora esiste, si contano circa 500 ferite, delle quali 80 dovute ai flagelli romani, che si riconoscono perché sono disposti a 2 a 2, e tutti con e della stessa impronta. Con la scoperta della fotografia e con i processi di ingrandimento si vedono nel lenzuolo, dopo 20 secoli, le prove del vangelo. Nessuno può dubitare dell’autenticità.
3) Sulla croce c’insegna che la nostra volontà deve, inchiodata alla sua croce, essere decisa a mai più offendere Gesù e a soffrire di buona volontà. “ Per il vostro amore, qualsiasi tormento ”.
4) Gesù celebrò sul Calvario la Prima S. Messa: la vittima e il Sacerdote era Egli stesso, l’altare la croce. Come ornamento del suo Sacerdozio Gesù aveva la corona di spine; per scettro i chiodi che gli trapassavano le mani; per paramento sacerdotale la sua santissima carne tutta insanguinata come se fosse coperta di porpora. Contempleremo questo Divino Sacerdote, che sulla croce si offre al Padre Eterno come soddisfazione per i nostri peccati, non vorremo almeno offrirgli il nostro cuore?
5) Consideriamo Cristo sulla croce come Maestro sulla sua cattedra . ” E quelli, che arriveranno ai suoi piedi, riceveranno la sua dottrina “. Andiamo alla scuola del Calvario. ” Non giudicai sapere cosa alcuna tra voi se non Gesù Cristo e questo crocifisso “. Amiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i gentili, ma per i chiamati sia giudei, che Greci, Cristo, potenza di Dio e sapienza.
La scienza della Croce e delle piaghe fu per il serafico S. Francesco fonte di Grazia ammirabile e di estasi durante una delle quali egli stesso ricevette le piaghe (stimmate). San Bonaventura disse che la biblioteca di tutta la sapienza per lui era il Crocifisso.
6) Consideriamo Gesù sul monte Calvario, come sia il nostro Generale che, impugnando la sacra bandiera della Croce, ci invita col suo sublime esempio, a combattere i nostri nemici, le passioni, a costo di tante piaghe e orribili torture; la passione delle lodi e onori a costo della sottomissione a tante ingiurie; la passione per i beni di questo mondo a costo della rigida povertà, morì e fu sepolto con un lenzuolo prestato. Per i sublimi esempi del nostro Generale impariamo la tattica di ben combattere i nostri nemici, le passioni disordinate; infine nel giorno in cui riceviamo il Battesimo, entriamo nelle file dell’esercito della croce, e come soldati quali siamo, abbiamo l’obbligo di accompagnare il nostro Generale e Re: Nostro Signore Gesù Cristo.
Conclusione. Andiamo a fare bene la nostra festa con una buona Confessione con sofferenza di aver offeso Gesù, come i cittadini di Gerusalemme, andiamo al solenne incontro con Gesù, il Dio della pace e dell’amore, che come Re vuole entrare nelle nostre anime, con le mani piene di Grazia; nell’unione con Gesù troveremo quella pace santa e confortante che è rinnovo di energia e di vita.
3. Testimonianza di Padre Alberto [Test. Miss., 6]
Gesù percorreva tutte le città e sinagoghe, sanando ogni infermità e malattia. Io vi ho dato l’esempio, affinché come ho fatto io facciate anche voi.
La Povertà della gente è indescrivibile.
Abbiamo molto da imparare da loro in umiltà e bontà. Arrivano all’Ambulatorio bambini ridotti a sola pelle e ossa, per le disidratazione provocata dalla diarrea e vomiti continui, dalle febbri
casi di avitaminosi, specie scorbuto e pellagra, verminosi in quasi tutti i bambini e ragazzi.
Dio sta in mezzo loro, perché sono poveri e umili e portano con pazienza le loro croci. Dio vuol molto bene a loro.
4. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria
Mia buona Madre del Cielo,
che avesti il coraggio
di accompagnare Gesù fino al Calvario
e assistere alla sua agonia
mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù
era fuggiti;
Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù,
per salvare la mia anima,
insegnami ad amare Gesù,
non con le parole,
ma con le opere,
facendo sempre la volontà di Dio.
Ave, o Maria…
Come è possibile non amare una Madre così buona,
che ha molto sofferto per me?
5. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto
Vice postulazione – Bergamo – 10 aprile 2014