Le Opere di Padre Alberto
Ospedale San Francesco d’Assisi;
Il Villaggio Vila Sao Marino per ospitare e curare i lebbrosi.
Grajaú a quel tempo è una cittadina di circa 20 mila abitanti senza servizi e con strade dissestate. Padre Alberto apre subito un piccolo ambulatorio accanto alla residenza del vescovo, dove inizia a curare gli ammalati che arrivano in numero crescente da ogni località e villaggio. Un impegno gravoso che svolgerà con dedizione per essere ancora più utile ai suoi ammalati. Fin dall’inizio, con l’aiuto dei famigliari e soprattutto del fratello Francesco, ingegnere, l’ambulatorio verrà dotato delle apparecchiature necessarie.
La gente di Grajaú impara a conoscere ed amare quel frate venuto da lontano che non conosce orari ed ha per tutti un aiuto e un conforto. Fin dai primi anni di missione inizia ad accarezzare il sogno di fondare un ospedale per offrire agli ammalati cure e assistenza sempre più qualificata. Si getta con tutte le sue forze nell’avventura dell’Ospedale San Francesco di Assisi, catalizzando attorno a questo progetto tanti benefattori e l’aiuto concreto di molte persone.
Il progetto crescerà negli anni, diventando uno dei centri più moderni della regione. Insieme all’ospedale (inaugurato nel 1952), padre Alberto fonda anche Vila São Marino, un villaggio per ospitare e curare i lebbrosi, che in quella zona sono molto numerosi.
Frei Alberto è alla ricerca di tecniche sempre più efficaci per la cura delle patologie più difficili. Provvidenziale è l’incontro con un medico russo allievo di Filatov, che gli insegna una tecnica rivoluzionaria per rigenerare i tessuti: l’utilizzo della placenta umana. Grazie ad una speciale autoclave costruita appositamente per rendere sterile il preparato, sperimenta con efficacia la cura su lebbrosi e svariate patologie.
Nei primi anni va a piedi o a dorso di mulo, percorrendo enormi distanze con ogni tempo e temperatura (e rischiando anche la vita). Poi arriva la jeep ad alleviare un poco la fatica. Ma Frei Alberto per trent’anni non si sottrae alla desobriga (cioè alla visita periodica dei villaggi per insegnare il catechismo e per celebrare l’eucaristia). Sogna per la comunità di Arame, dove si reca spesso, una «bella chiesa grande, la casa del sacerdote, un salone e l’ambulatorio.
Le Opere nel nome di P. Alberto
CASA AMORE MISERICORDIOSO – Grajaù
A Grajaù, dove Padre Alberto ha svolto il suo ministero per 33 anni, non ci si è dimenticati di lui. Il suo ospedale, il lebbrosario, le chiese costruite nei villaggi… il suo spirito è sempre vivo. Cabral Britto. La Casa vuole essere il prolungamento delle mani misericordiose di Padre Alberto, continuare la sua testimonianza viva di amore e di premura per chi soffre. Si tratta di una comunità terapeutica che cerca di rispondere alle sfide del nostro tempo, è una realtà di accoglienza per coloro che cercano il senso della vita. I religiosi e gli operatori sanno che l’amore è esigente, ma sperimentano che l’amore cura, salva, libera, redime, riconcilia.
“ANGELI DI FREI ALBERTO” • Grajaú
Il progetto “Angeli di Frei Alberto” si sta realizzando nell’antico Collegio S. Antonio di Grajaú sotto la guida delle Suore dei Santi Angeli. Si svolgono diverse attività sociali ed educative per contribuire alla formazione umana, spirituale e catechistica e professionale degli adolescenti, dei giovani e degli anziani. Possiamo contare su 20 volontari che continuano la missione di Frei Alberto. Alla direzione ci sono due Suore e 40 volontari che fanno donazione di generi alimentari. La Diocesi dona lo spazio, l’energia, l’acqua e la manutenzione. Come vicepostulazione della Causa del Servo di Dio padre Alberto Beretta abbiamo risposto alla richiesta di aiuto del vescovo Rubival Cabral Britto, inviando 9.000 euro.Con questo nostro aiuto può assumere due persone che svolgeranno il loro servizio in modo continuo anche dove i volontari non arrivare possono. La Provvidenza non ci farà mancare la possibilità di continuare a
sostenere le opere che si compiono nel nome del nostro padre Alberto.
Opera Padre Alberto Beretta – Bergamo
Presso il convento dei frati cappuccini, rafforzando un’antica tradizione, è in funzione dal 2914 l’Opera intitolata a Padre Alberto Beretta: “Una porta aperta per chi ha bisogno”. In questa frase è condensato lo spirito di accoglienza, di ascolto, di servizio per i poveri. Il volto sorridente di Padre Alberto sta all’ingresso della mensa che ospita ogni giorno 150/180 persone per il pranzo. Nonostante le difficoltà imposte dal Coronavirus, la mensa non si è mai fermata, anche grazie ai volontari che hanno continuato a prestare il proprio tempo e le proprie energie, per servire, con il frate cappuccino responsabile, con gioia sacchetti con un pasto caldo. Il numero delle persone – anche a seguito della cassa integrazione – in questi mesi è aumentato. Sono sempre più le persone che ogni giorno si trovano in coda per ricevere, oltre al pranzo, un sorriso che si ispira a Padre Alberto per chi ha bisogno di trovare padre, madre, fratello, sorella… In questi mesi grande è stato il sostegno di tanti benefattori. Possiamo ripetere anche noi con Padre Alberto. “Grazie al cielo la Provvidenza ci aiuta sempre”.