Settembre 2018

Settembre 2018

53. Preghiamo con il Servo di Dio

Padre Alberto Beretta

1. Parola del Signore (Luca 14,1.7-14)

Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. 

Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

2. Dagli scritti di Padre Alberto [Dopo Pentecoste, 31]

Pensare anche agli altri e…

all’ambiente di tutti.

a) Non metterti al 1° posto…

Gesù, invitato a pranzare da un capo dei farisei, osserva gli invitati. E fa 2 raccomandazioni: una agli invitati e l’altra al padrone di casa. Agli invitati che si affrettano a occupare i primi posti, Gesù raccomanda… di pensare anche agli altri. Non è giusto che uno pensi solo a se stesso. Dietro di lui ci stanno altri che, forse, hanno più meriti di lui, o almeno un uguale diritto di sedere in quel posto.

L’umiltà è innanzitutto questo “senso dell’altro” per cui ci rapportiamo al nostro prossimo non con atteggiamento di sopraffazione, ma di servizio!

Poi Gesù rivolge un consiglio al padrone di casa: in un pranzo non sono tanto gli amici o i parenti che dobbiamo invitare, quanto i poveri e i bisognosi! Ancora una volta Gesù sconvolge con la incredibile “utopia” dei suoi consigli e delle sue proposte! Sarà pure un po’ paradossale questo suo modo di parlare, ma qualche cosa ci vuol dire, ci dice! E qualche cosa, se vogliamo essere suoi discepoli, dobbiamo fare.

b) Pensare anche agli altri.

Possiamo tentare un’applicazione un po’ particolare a questo consiglio di Gesù, adatta al nostro clima estivo e di vacanze, che ci mette particolarmente a contatto con la natura.

La natura è un bene comune, appartiene a tutti. Nel nostro uso delle sue bellezze e dei suoi beni noi dobbiamo pensare non solo a noi stessi, ma a tutta la comunità. E’ il tema della ecologia oggi molto presente nella coscienza almeno di coloro che sono più sensibili. Si tratta di grandi problemi, come il pericolo di distruggere i resti di alcune specie di animali con una stupida, inutile caccia, o anche del pericolo di alterare i rapporti vitali della fauna e della flora con la sconsiderata distruzione di boschi e foreste… Ma anche nel senso di proprietà per cui non lasciare sporchi i luoghi dove abbiamo sostato per un pic nic o per un campeggio…

Occorre che proprio in quanto cristiani, perché crediamo che la natura è stata data da Dio al servizio di tutti gli uomini, noi ci impegniamo a proteggere la natura, a conservarla intatta non solo per noi, ma per tutti gli altri.

Pensare ai più bisognosi

Noi siamo sempre tutti un po’ egoisti. Viviamo difatti, in un mondo che sembra dominato dall’egoismo, ma come cristiani, noi siamo chiamati a contestare questo mondo e a dar vita a un nuovo modo di fare la storia e di vivere i rapporti umani.

La nostra celebrazione eucaristica è sempre un rinnovato impegno di fedeltà al vangelo di Gesù.

E oggi il Vangelo di Gesù, nella parte finale del brano letto, ci ricorda con forza il “diritto degli ultimi”, il dovere di pensare a chi non sa pensare a se stesso. Due sole riflessioni, che possono forse interessarci più da vicino in questo periodo di vacanze. Innanzitutto il fatto che in questo periodo noi siamo generalmente in grado di distenderci e di riposarci!… grazie al servizio degli altri. Se vogliamo cambiare i rapporti umani, non basterà che noi “li paghiamo”, occorre che riusciamo a pensare a loro in termini umani e cristiani, sentire per la loro vera riconoscenza, cercare con loro una vera amicizia. Il personale che ci serve al bar, al ristorante ecc. non è fatto di ferro o di legno, è fatto di carne umana come la nostra, con sentimenti umani come i nostri.

E’ un rapporto umano che dobbiamo stabilire.

Dalla parte opposta, non è solo al turista ricco, a quello che spende di più, che va reso un servizio data una preferenza. Questo è interesse umano, non è un modo di fare evangelico. Facendo così, non contribuiamo a cambiare il mondo. I poveri, i bisognosi devono avere una preferenza… Sì, è un modo di ragionare che non riempie il portafoglio, ma forse riempie la nostra vita di un amore e di una gioia più grandi, e il mondo di uomini migliori.

Se ascoltiamo il Vangelo e lo mettiamo in pratica, dovremo pensare anche a tanti che non possono fare una vacanza, molti anziani, per esempio, molti handicappati o minorati mentali… ecc.

Sì, ora è nostro diritto e nostro dovere riposare e svagarci, ma queste forze che raccogliamo e rinvigoriamo devono poi servire a renderci più attenti, più vicini a questi nostri fratelli che soffrono, e, chissà, perché no? anche a farci riflettere se non sia possibile pensare una volta anche alle loro vacanze, a qualche periodo di svago anche per loro.

L’Eucarestia che stiamo per celebrare non può non prendere il senso di un impegno: invece di pensare solamente a noi stessi, pensare anche agli altri: invece di prediligere nei nostri rapporti coloro che hanno già, preferire coloro che non hanno altre possibilità…

Sarebbe vivere davvero in un modo nuovo, in un mondo nuovo; quello che Gesù ci ha proposto, ci propone.

Proposta. Se la cosa è possibile (secondo i luoghi e le circostanze) si potrebbero far conoscere casi di persone sole o bisognose di assistenza, di compagnia, nella (parrocchia?) così che qualcuno possa usare parte del tempo libero a sua disposizione per venire incontro a queste persone e condividere con esse qualcosa della propria vita.

3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria

Mia buona Madre del Cielo, 

che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario 

e assistere alla sua agonia 

mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù erano fuggiti; 

Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù, 

non con le parole, ma con le opere, 

facendo sempre la volontà di Dio. 

Ave, o Maria…

Come  possibile non amare una Madre cos buona,

che ha molto sofferto per me?

4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto

O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre

che si china e si prende cura dei poveri, 

dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,

accogli la lode e il ringraziamento 

per averci donato in Padre Alberto Beretta 

un tuo strumento di amore e di compassione.

Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione 

concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.

Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre

e così, nella gioia dello Spirito Santo,

rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit

e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.

Gloria al Padre…

Vice postulazione – Bergamo – 13 settembre 2018

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