Marzo 2018

Marzo 2018

48. Preghiamo con il Servo di Dio

Padre Alberto Beretta

1. Parola del Signore (Marco, 9,2-10)

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

2. Dagli scritti di Padre Alberto [Quaresima 8; 7]

La trasfigurazione di Gesù

Il fatto glorioso della vita di Gesù, che abbiamo finito di leggere, accadde pochi mesi prima della morte di Gesù. Era un bel pomeriggio d’estate, quando il sole già stava tramontando, e Gesù con i suoi Apostoli e una moltitudine di popolo che lo aveva accompagnato, arrivava ai piedi del monte Tabor, montagna che sorge tra le città di Cafarnao e Naim, e che è a 600 metri sopra il livello del mare. Gesù scelse tre degli Apostoli: Pietro, Giacomo (il 1° martire) e Giovanni (il 1° vergine del Collegio Apostolico); lasciò gli altri Apostoli e il popolo ai piedi della montagna, e solo con quei tre salì fino alla cima del monte. Arrivarono in cima al monte che era già notte. I tre Apostoli, stanchi, si stesero al suolo e si addormentarono. Gesù, al contrario, pochi passi più in là, si mise a pregare. E fu proprio mentre pregava, nella contemplazione altissima di Dio, che accadde il fatto della sua gloriosa Trasfigurazione. Il suo viso diventò brillante come il sole, e i vestiti bianchi come la neve, tutta la sua Persona era splendente di bellezza: comunicò al suo corpo i raggi della natura divina. Pietro si sveglia e chiama gli altri e tutti, inebriati di gioia, solo pensano di restare sulla montagna. Ed ecco che al fianco di Gesù apparvero due personaggi eminentissimi, molto conosciuti nel popolo d’Israele: Mosè, il grande legislatore del popolo di Dio, e Elia, il 1° e più affermato profeta, i quali, come riferisce San Luca, cominciarono a parlare con Gesù sul modo col quale Gesù avrebbe realizzato la redenzione degli uomini, questo è sulla sua passione e morte in Croce. E mentre parlavano, una nube luminosa li avvolse e una voce uscì da quella nube, e diceva: Questo è mio Figlio amato nel quale ho posto la mia compiacenza: ascoltatelo. E gli Apostoli che contemplavano quel quadro meraviglioso, presi dal sacro terrore, all’udire quella voce caddero col viso a terra, ebbero grande paura. Gesù, tuttavia si avvicinò a loro, li toccò e disse: “Alzatevi”, e niente più. E loro, aprendo gli occhi, non videro più nessuno se non Gesù solo. Tutto era tornato al naturale com’era prima. Gli Apostoli, non parlarono mai con nessuno di questa visione, infine Gesù, comandò loro: “Non dite a nessuno ciò che avete visto, e finché il Figlio dell’uomo resusciti dai morti”.

Quante lezioni per noi da questo fatto: la Trasfigurazione gloriosa di Gesù avvenne sulla cima di una montagna, mentre Gesù stava pregando; quella voce che si udì nella nube era la voce del Padre Eterno che dava pubblica testimonianza della divinità di suo Figlio e della sua missione nel mondo. E’ lo stesso insegnamento del Vangelo che ci invitava a passare la S. Quaresima nella preghiera e nella solitudine del raccoglimento interiore, per udire la voce di Dio. Dio parla agli uomini nella solitudine e nella preghiera. Così fece con Mosè quando gli consegnò i Comandamenti in cima al monte Sinai. Così quando chiese ad Abramo il sacrificio di suo figlio Isacco sulla montagna, così quando nella solitudine del Monte della Verna, parlò a S. Francesco d’Assisi e gli impresse le Sante Stigmate. Anche Maria SS., che era quasi sconosciuta a Nazaret, perché viveva sempre nella sua casetta, nel raccoglimento e nella preghiera; usciva solo se necessario, per rispondere ai doveri di carità, verso i malati, poveri etc.; e appare a Lourdes e a Fatima, e in generale sempre in luoghi solitari, per trasmettere agli uomini i suoi messaggi celesti.

Gesù chiede che noi amiamo il silenzio e la preghiera; mentre ci parla, anche realizza in noi la trasformazione della nostra anima peccatrice in anima piena d’amore di Dio e dei suoi tesori. Quando al contrario noi cerchiamo consolazioni nelle creature che s’impossessano del nostro cuore e della nostra immaginazione, poco trattando con Dio nella preghiera, non meravigliamoci di vederci spogliati di quelle consolazioni che il Signore solamente concede a quelle anime che con Lui si rifugiano nella solitudine e non meravigliamoci d’essere pieni solo di desideri terreni e di cattive inclinazioni.

L’imitazione di Cristo

Il tema dell’imitazione di Cristo (e di Paolo) è troppo importante e attuale per non proporlo all’attenzione dei fedeli. San Paolo vi ha insistito ripetutamente, era perché avvertiva la necessità di presentare dei modelli di vita, oltre che di dottrina a tutte le comunità primitive.

La situazione dei cristiani d’oggi, non è diversa. Tutti lamentano la scarsità dei “modelli e dei “testimoni”, specialmente l’incoerenza tra dottrina e vita. E’ pur sempre vero che l’esempio vale di più di tutte le massime. La nostra Redenzione non avviene in base alle opere (specialmente se compiute per abitudine o per un certo legalismo), ma mediante la nostra cosciente immedesimazione col Cristo morto e risorto.

La parola persuade, l’esempio trascina. “Questo è il mio figlio molto amato, ascoltatelo”.

 “Io vi ho dato l’esempio; come ho fatto io, fate anche voi” (Gv 13, 15).

3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria

Mia buona Madre del Cielo, 

che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario 

e assistere alla sua agonia 

mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù erano fuggiti; 

Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù, 

non con le parole, ma con le opere, 

facendo sempre la volontà di Dio. 

Ave, o Maria…

Come  possibile non amare una Madre cos buona,

che ha molto sofferto per me?

4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto

O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre

che si china e si prende cura dei poveri, 

dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,

accogli la lode e il ringraziamento 

per averci donato in Padre Alberto Beretta 

un tuo strumento di amore e di compassione.

Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione 

concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.

Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre

e così, nella gioia dello Spirito Santo,

rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit

e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.

Gloria al Padre…

Vice postulazione – Bergamo – 8 marzo 2018

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