49-50. Preghiamo con il Servo di Dio
Padre Alberto Beretta
1. Parola del Signore (Giovanni 16,23-28) |
In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».
2. Dagli scritti di Padre Alberto [Pasqua, 3] |
Come rimanere uniti a Gesù
Gesù insegna ai suoi apostoli un altro mezzo per rimanere uniti a lui e avere da lui tutto quanto avranno bisogno: la preghiera.
In verità, in verità vi dico, qualunque cosa voi domanderete al Padre in nome mio Egli la concederà. La preghiera dunque non è altro che un mezzo bellissimo che il Signore ci ha insegnato per stare uniti a lui e per ottenere tutte le grazie di cui abbiamo bisogno; essa è una elevazione della nostra anima a Dio, il più caro degli amici e il più amabile dei Padri.
Pregare “in suo nome” significa soprattutto pregare come pregava N. Signore, con le stesse sue disposizioni d’animo, domandando al Padre quello che domandava lui, cioè anzitutto l’avvento del suo Regno, la sua Gloria. E come pregava Gesù?
a) con umiltà: Padre mio, se è possibile, risparmiami il calice della passione, però sia fatta la tua volontà e non la mia. Anche nel Vecchio Testamento il profeta raccomanda di pregare con umiltà: “La preghiera degli umili penetra i cieli e va fino al trono di Dio”. Anche noi, quando chiediamo qualche grazia al Signore, diciamogli: Signore, però non la mia, ma la tua volontà sia fatta!
b) Gesù pregava con insistenza, sempre pregava Gesù. Ancora fanciullo, si recava nel tempio a pregare; quando si fece battezzare da S. Giovanni Battista e discese su di lui lo Spirito Santo, egli stava in preghiera; quando le turbe lo acclamavano, egli si ritirava in luoghi solitari e pregava. Passava notti intere in orazione. Moribondo sulla croce, pregò ancora per i suoi crocifissori. Egli non aveva bisogno di pregare perché era figlio di Dio, ma faceva così per dare a noi l’esempio. “Occorre pregare sempre” con insistenza, Gesù ce lo ha fatto comprendere molto bene questo nella parabola di quel pellegrino che giunse a casa di un suo parente a notte inoltrata dopo aver camminato tutto il giorno, senza mangiare. Viene accolto in casa con gioia dal parente, il quale apprestandosi a dare un po’ di cibo al pellegrino, si accorge che ormai non aveva più nulla da offrirgli. Corre allora fuori di casa, e picchia alla porta di un suo amico. Nessuno risponde. Picchia un’altra volta, nulla ancora, la notte era inoltrata. Picchia una terza volta, con maggior insistenza. Finalmente una voce dall’interno: Chi è? “Sono io, il tuo amico, ho bisogno di tre pani per sfamare un parente mio, venuto da lontano”. “Non mi dare noia – risponde quella voce – la porta è chiusa, i miei figlioli sono coricati con me, non posso alzarmi e darti nulla”. Perdersi di coraggio? Quel poveretto dovrà dunque patire ancora la fame? Spinto della carità bussa di nuovo ripetutamente, con rinnovata insistenza; tanto che l’amico disperato, non riuscendo a riprendere sonno, si alza, gli dà quanto chiede per liberarsene da quella seccatura. Se quell’uomo si fosse stancato di picchiare, di domandare dopo il 1° rifiuto, avrebbe ottenuto qualche cosa?
“Picchiate e vi sarà aperto, domandate e vi sarà dato, occorre pregare, pregare sempre” dice Gesù nel Vangelo, proprio come fece la Cananea. Gesù si trovava sui confini di Tiro, mentre stava ammaestrando i suoi apostoli; gli venne incontro la Cananea, rivolgendogli la supplica: “Maestro, la mia figliola è ammalata, nessun medico la guarisce, fammela guarire tu. Gesù, per mettere alla prova la sua fede, non vuole neanche ascoltarla, si volta dall’altra parte, continuando a parlare agli Apostoli. La povera mamma, nel suo dolore, non si dà per vinta, gira attorno a Gesù, riportandosi dinanzi a lui, e gli rinnova la supplica. Vorreste credere? Gesù non vuole ascoltarla, e si gira di nuovo dall’altra parte. Non ancora convinta, ripete di nuovo la sua domanda. Gli apostoli, stanchi, pregano Gesù di ascoltarla. Gesù risponde che è mandato solo per le pecorelle di Israele, e il pane dei figlioli non si deve dare ai cani; ma quella, con tanta umiltà e fede, disse: “Ma anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola”; “Donna, è grande la tua fede, sia fatto come desideri tu!”. Qual è l’insegnamento che Gesù ci vuol dare? Che bisogna pregare, pregare senza stancarci; certe grazie che noi domandiamo, Gesù ha stabilito di darcele solo dopo un dato numero di preghiere, forse dopo anni interi che si prega.
c) Gesù pregava con purezza di cuore: ci sono delle anime che pregano, ma non hanno nessuna intenzione di abbandonare un’abitudine peccaminosa nella vita coniugale, nonostante gli avvisi, i rimproveri, le minacce del confessore, oppure, un ingiusto guadagno e una relazione disonesta ecc. Non hanno purezza di cuore, Gesù non li ascolta.
d) Gesù pregava con fiducia. E’ un Padre che ci ama in modo infinito, quello a cui rivolgiamo le nostre preghiere. Bisogna dunque, dopo averlo pregato, fidarsi pienamente di lui. Egli sa veramente ciò che ci giova. Ciò che non ci concede, è solo perché Egli, come Redentore delle nostre anime, non ci può dare, per il nostro maggior bene. Ma io non so pregare, dice qualcuno; allora sappiate che ci sono i Salmi, preghiere meravigliose, che recitavano anche Gesù, Maria.
La S. Chiesa ci assicura che la preghiera più efficace, più eccellente è la S. Messa. I Papi con numerose Encicliche raccomandano di ascoltare la Messa anche nei giorni feriali. E perché tutto questo? Perché la S. Messa ha un valore infinito; i nostri doveri verso Dio, adorazione, ringraziamento, riparazione, propiziazione li compiamo nel modo più perfetto solo andando alla Messa; quando uno prega per conto proprio, a casa sua, ovunque, può anche non essere ascoltato se non prega bene, con le dovute disposizioni; invece durante la S. Messa siamo sicurissimi di essere ascoltati e di ottenere la grazia attuale efficace, gli aiuti cioè che riguardano la nostra vita eterna, perché non siamo noi solamente a chiedere al Padre, ma è Cristo stesso che, apparendo sull’altare durante la consacrazione della Messa, chiede al Padre Celeste, in nome nostro, le grazie di cui abbiamo bisogno, presentando a lui i suoi meriti infiniti. Come è possibile che il Padre Celeste neghi al suo Figliolo Gesù la grazia che Egli chiede per noi, proprio nel momento in cui Egli agonizza sulla croce? Anche parlando umanamente può un padre di famiglia dire di no a un proprio figliolo che gli chiede un favore proprio mentre sta per morire fra atroci sofferenze? Venite dunque alla S. Messa anche nei giorni feriali, anche se vi costa sacrificio, e accompagnate i vostri figlioli dando loro il buon esempio. E’ l’onomastico di qualche figliolo? Fate celebrare per lui una S. Messa; è il miglior regalo che potete fargli. Vi raccomando, date il buon esempio ai vostri figlioli, e voi figlioli ai vostri fratellini minori. Satana colpisce nel centro quando fa nascere in un individuo la noia, l’avversione alla preghiera. Come durante un’incursione aerea, il nemico cerca di colpire le centrali, i luoghi cioè che sa che, distrutti questi, tutto il resto viene paralizzato, così Satana colpisce nel centro proprio quando fa nascere la nausea, la malavoglia di pregare. Egli sa che chi prega bene, ha il diritto di essere ascoltato, perché Dio ha promesso di aiutare chi prega: domandate, vi sarà dato; perciò Satana sa che (chi) prega è perduto per lui; perciò egli fa di tutto perché o non si preghi, o si preghi male, in fretta, svogliatamente. Attenti, dunque o genitori, fate pregare i vostri figlioli, accompagnateli alla chiesa, ai Sacramenti, alla Messa; e alla sera, tutti assieme il S. Rosario, cercando di pregare come pregava Gesù, con la stessa sua disposizione d’animo.
Se volete avere la certezza assoluta che Dio benedica voi, le vostre famiglie, e vi sia assicurato il vostro pane quotidiano; avrete – come dice Gesù nel Vangelo – gaudio perfetto in questa vita e felicità eterna nell’altra.
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1. Parola del Signore (Giovanni 14,23-26) |
Disse Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
2. Dagli scritti di Padre Alberto [Ascensione, 6] |
Prepararsi alla Pentecoste
La S. Chiesa desidera ardentemente che tutti i cristiani in questi giorni si preparino bene per la festa delle Pentecoste, la solennità che commemora la nascita ufficiale della Chiesa, con la venuta dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria SS. e i discepoli di Gesù. E’ lo stesso desiderio che ebbe Gesù, nei 40 giorni che ancora restò sulla terra dopo la sua resurrezione: preparò i discepoli a ricevere lo Spirito Santo, spiegando loro la grande opera che questo avrebbe realizzato in loro e nel mondo intero.
La Chiesa vuole che meditiamo sulla necessità che abbiamo dello Spirito divino e sulle disposizioni con le quali dobbiamo riceverlo. Tutti abbiamo la necessità che lo Spirito Santo entri nella nostra anima, perché è il nostro consolatore, nostro medico, nostro protettore.
Chi è lo Spirito Santo?
La fede ci insegna che è la 3° Persona della SS. Trinità, è veramente Dio immenso, infinito, eterno, onnipotente, verità, purezza, carità, e santità per essenza. Egli procede dal Padre e dal Figlio, è l’Amore col quale mutuamente si amano il Padre e il Figlio. E’ la felicità eterna del Padre e del Figlio. Ma come se non gli bastasse fare felici le due persone divine dalle quali procede, vuole rendere felici anche gli uomini, e farli partecipi della beatitudine stessa di Dio. Per questo il suo desiderio supremo è comunicarsi a tutti, arricchirci tutti con la sua grazia, santificandoli e concedendo loro il diritto delle sue glorie. Egli ci ama sin dall’eternità. Ancora non eravamo in questo mondo, il mondo non esisteva ancora, e lo Spirito Santo già ci amava. La Chiesa lo invoca così: Vieni, o Spirito Santo, infiamma i nostri cuori del tuo amore.
Per avere un’idea di come lo Spirito Santo è potente, è sufficiente pensare che l’opera più bella, più perfetta, più santa, più meravigliosa che fece è Gesù Cristo, creando Gesù Cristo, pose in lui tutta la sua sapienza e la sua potenza, tutto il suo amore; servendosi lo Spirito Santo di Maria SS., la più pura delle creature. Su questa umanità che nacque dal seno verginale di Maria SS., discese lo Spirito Santo e le comunicò la pienezza delle sue grazie e doni; e un’altra volta volle scendere su Gesù, quando Giovanni lo battezzava, perché questi lo riconoscesse come il Messia.
Il profeta Isaia, molti anni prima della venuta di Gesù, dichiarò che sopra il Messia riposerà lo Spirito di Dio, Spirito di sapienza e di intelletto, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di timore.
Ecco come si comunica anche a noi lo Spirito Santo, per mezzo di questi doni e virtù: fede, speranza e carità, prudenza e giustizia, fortezza e temperanza. E’ il tesoro di Dio che noi abbiamo ricevuto per la 1° volta nel Battesimo, la Grazia santificante, necessaria per poter entrare nel Cielo, e che abbiamo perso col peccato mortale. Il Tesoro di Dio che vale più di tutti i beni di questa terra, vale il Sangue di Cristo, infine Egli morì sulla croce per darci questo tesoro. Nel Battesimo abbiamo ricevuto questi doni dello Spirito Santo e virtù come un seme – ci dice San Paolo – che deve crescere, svilupparsi.
E’ per questo, che dobbiamo invocare continuamente lo Spirito Santo, in tutta la vita, specialmente nei momenti più difficili, perché infiammi il nostro cuore di amore a Dio, aumentando in noi la fede, la speranza, la carità; perché con i suoi 7 doni, illumini il nostro intelletto, con i doni della scienza (per comprenderla), della comprensione della sapienza, del consiglio; e fortifichi la nostra volontà con i doni della pietà, della fortezza e del timore di Dio.
Lo Spirito Santo fa con noi come la madre quando insegna al figlio a camminare: alle volte si accontenta di guidare i passi non lasciandolo cadere; alle volte lo porta in braccio per aiutarlo nei passi difficili. Nel 1° caso è Dio che ci aiuta con la sua grazia operante nelle virtù, nel secondo è Dio che ci aiuta con i doni dello Spirito Santo. Purtroppo sono pochi i cristiani che ricorrono allo Spirito tutti i giorni nelle loro necessità, preferiscono ricorrere a questo o a quel santo, mentre Egli è il Santo dei Santi, la fonte di tutte le grazie ed Egli desidera ardentemente comunicarle a noi.
E’ vero che importante è pregare Dio con umiltà, con fede e avere il santo timore di Dio, e lo Spirito viene in noi con i suoi doni, anche se non lo invochiamo particolarmente: è il caso delle anime buone, semplici, che incontriamo frequentemente nel Sertão, che talvolta non sanno nemmeno leggere, ma S. Francesco di Sales dice di loro che lo Spirito Santo le rende sapienti, perché hanno la pietà, l’umiltà, il timore di Dio.
Quella madre poveretta, che prega molto, con fede, nel momento in cui bisogna dire una parola giusta alla figlia, al figlio, il consiglio giusto di cui loro hanno bisogno, lei lo sa dire, perché lo Spirito Santo la fa sapiente in quella necessità; così per gli altri doni; tuttavia è vero che quanto più la nostra mente conosce la natura, gli attributi, i doni e i frutti dello Spirito Santo, tanto più fortemente desidererà la sua venuta e si disporrà meglio a riceverlo.
Disposizioni con le quali, dobbiamo riceverlo:
1) Raccoglimento dello spirito. Gesù raccomandò agli Apostoli prima di salire al Cielo, di restare tutti insieme in Gerusalemme, pregando continuamente, nel silenzio, fino alla venuta dello Spirito Santo. Lo stesso Gesù ci ha detto: volete ricevere i doni dello Spirito Santo? Allontanate il vostro cuore dall’attaccamento esagerato alle cose di questo, mondo; amate il raccoglimento interiore che vi permetterà, sebbene in mezzo alle occupazioni necessarie di questo mondo, di udire la voce di Dio; pensare frequentemente a Dio che vive non solo vicino a noi, ma in noi, secondo le parole della Sacra Scrittura: Egli viene a bussare lievemente alla porta del mio cuore, e, entrando, gli comunica i suoi doni, ma questo distratto dalle passioni, non percepì la sua venuta, non fu pronto ad aprire la porta, e lo Spirito Santo se ne andò. Che non succeda a noi una tale disgrazia. Raccogliamoci per meritare di sentire tutte le ispirazioni dello Spirito Santo.
2) I discepoli, gli Apostoli restarono pregando continuamente, come aveva loro ordinato Gesù. In mezzo a loro stava Maria SS., che col suo esempio, con la sua parola li esortava, li animava nella speranza delle promesse di Gesù. Quanto gradevoli devono essere state al Cuore di Gesù queste orazioni fatte con Maria SS. – Chiediamo anche noi a Maria SS. che, in questi giorni specialmente, presenti al divino Spirito Santo le nostre preghiere, che siano veramente umili, fervorose, continue, e che, per mezzo di Lei noi otteniamo i doni del divino Spirito Santo.
Conclusione: Rimuoviamo gli ostacoli che impediscono l’entrata dello Spirito Santo nella nostra anima, specialmente l’orgoglio, la sensualità, la distrazione. Lo Spirito Santo abita nelle anime pure e in loro produce meravigliosi prodigi di santificazione. Imitiamo i Santi se vogliamo con loro trionfare – ricordiamoci che gli Apostoli ricevettero lo Spirito Santo con Maria e con l’aiuto delle sue preghiere. Imitiamoli chiedendo a Maria la sua preziosa intercessione.
3. Invocazione di Padre Alberto alla Vergine Maria |
Mia buona Madre del Cielo,
che avesti il coraggio di accompagnare Gesù fino al Calvario
e assistere alla sua agonia
mentre gli Apostoli e gli amici di Gesù erano fuggiti;
Tu che hai molto sofferto, insieme con Gesù, per salvare la mia anima, insegnami ad amare Gesù,
non con le parole, ma con le opere,
facendo sempre la volontà di Dio.
Ave, o Maria…
Come possibile non amare una Madre cos buona,
che ha molto sofferto per me?
4. Chiediamo l’intercessione di Padre Alberto |
O Dio, che in Cristo Gesù hai rivelato il tuo volto di Padre
che si china e si prende cura dei poveri,
dei sofferenti, dei malati e dei piccoli,
accogli la lode e il ringraziamento
per averci donato in Padre Alberto Beretta
un tuo strumento di amore e di compassione.
Accogli oggi la nostra supplica e per sua intercessione
concedici la grazia di cui abbiamo tanto bisogno.
Possiamo anche noi sperimentare il tuo amore di Padre
e così, nella gioia dello Spirito Santo,
rendere la nostra vita un inno di lode alla Santissima Trinit
e diventare segni del tuo amore verso i nostri fratelli bisognosi.
Gloria al Padre…
Vice postulazione – Bergamo – 5 aprile/10 maggio 2018